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20 gennaio 2009

Il processo di Calciopoli dura solo un'ora. Rinvio al 24 marzo per difetti di notifica, ma sei società già battono cassa chiedendo 300 milioni di euro. Paolo Trofino, legale di Moggi "Ci aspettiamo un processo normale"

Tanta attesa per nulla. Un'ora per l'appello nominale nell'aula 261 del Tribunale di Napoli e il primo rinvio, al 24 marzo. Tre difetti di notifica, tra cui quello all'ex assistente arbitrale Ambrosino hanno obbligato al rinvio, così come si vociferava già nella giornata di ieri. Dunque, per sapere quale è la verità occorrerà aspettare fine marzo, per l'inizio ufficiale del procedimento penale, ma probabilmente il 2010 per la sentenza, visto che dovranno essere esaminate oltre mille prove testimoniali, accompagnate dalla perizia sulle migliaia di telefonate: una fase che si annuncia estenuante.

Un'ora è durato il tanto atteso processo per Calciopoli. Il tempo dell'appello nominale e poi il rinvio per difetti di notifica. Ma, quei sessanta minuti di stamattina (intorno alle dieci l'apertura) sono bastati per capire che Calciopoli sarà non solo un processo volto ad accertare le imputazioni (frode sportiva ed associazione a delinquere) ma anche un processo di risarcimenti. Di parti offese che ancora non sono soddisfatte, di richieste di restituzione degli incassi perduti a causa degli illeciti sportivi, di quantificazioni economiche delle salvezze negate da una partita truccata. Roma, Atalanta, Lecce, Bologna, Brescia e la fallita Salernitana si sono costituite parte civile. L'Inter invece no (ma era abbastanza prevedibile). I club citati sono quindi ansiosi di ottenere un risarcimento che, peraltro, hanno già quantificato. In totale, oltre i 300 milioni di euro di richiesta danni complessiva, ma la cifra è destinata ad aumentare. La Salernitana ha sommato risarcimenti per cento di milioni di euro. Bologna, Brescia e Atalanta retrocessi hanno quantificato tra i 54 e i 56 milioni il danno. La Roma, che lamenta 40 pagine di torti, e il Lecce, protagonista di una decisiva gara con il Parma arbitrata da Massimo De Santis, non hanno ancora definito la loro richiesta economica. Poi, oltre a queste, in aula si sono aggiunte alla lista delle parti civili, il ministero delle Finanze  e il ministero delle Politiche giovanili (che nel 2006 era guidato da Giovanna Melandri). Poi l'avvocatura e i monopoli di Stato nonché la Rai. La tv di Stato è nell'imbarazzata situazione di aver raccontato un campionato - il 2004-2005 sotto processo - attraverso le telecronache di Ciro Venerato e di vedere un suo caporedattore, Ignazio Scardina, chiamato a rispondere di associazione a delinquere per i suoi rapporti con la corte di Luciano Moggi. Sull'altro fronte, però, un'inviata Rai, Francesca Sanipoli, chiede i danni per essere stata dequalificata per volontà dello stesso Moggi, che ne impose l'allontanamento dalle partite della Juventus. Infine la Federcalcio ha confermato la sua costituzione di parte civile, ma è contemporaneamente attaccata da Aliberti: l'ex presidente della Salernitana avanza richieste di onerosi risarcimenti per i consigli federali svolti all'epoca Carraro che portarono alla retrocessione e al fallimento del club. Molte le questioni da risolvere, innumerevoli i protagonisti di questo storico processo, che saranno chiamati a deporre, senza fine anche le prove che dovranno essere esaminate dai giudici campani. Se ne riparlerà, dunque, il 24 marzo, ma intanto, nell'attesa, riportiamo le dichiarazioni rilasciate da Paolo Trofino, legale di Moggi, il quale si è mostrato abbastanza teso: "E' ovvio che preoccupa tutta la pressione, anche mediatica, che c'é stata intorno a questa vicenda: mi ricordo che nel giorno dell'elezione del Presidente della Repubblica c'erano quattro pagine sui giornali per la massima carica dello Stato e otto pagine su Calciopoli". Poi, la conferma, da parte dell'avvocato, che l'ex Direttore Generale della Juventus sarà presente nelle prossime udienze: "Ci aspettiamo un processo normale, Luciano Moggi vuole essere un cittadino normale che affronta le accuse in aula". Ebbene, anche noi speriamo che sia un processo normale, nel senso letterale del termine. Che si applichi la norma e che venga a galla la verità per poter finalmente chiudere una delle pagine più brutte del mondo del calcio, punendo i colpevoli per le loro malefatte e risarcendo le persone e le società truffate.

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