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30 gennaio 2009

Il "revisionismo" di Paparesta su Moggi: "Non mi ha mai chiuso in uno spogliatoio"

                  Gianluca Paparesta, nella sua ex divisa da arbitro

Revisionismo o beatificazione di "Big" Luciano? A voi il compito di dare soluzione a questo dilemma shakesperiano. A fare dietrofront è l'ex arbitro GIANLUCA PAPARESTA, che corregge il tiro sulle dichiarazioni rilasciate all'epoca in cui venne rinchiuso nello spogliatoio (secondo le avvermazioni rilasciate all'epoca dallo stesso arbitro), dall'allora Direttore Generale bianconero, al termine di Reggina - Juventus diretta proprio dal 39enne fischietto di Bari.


"Moggi e Giraudo entrarono agitati e si lamentarono del mio operato- ha spiegato Paparesta a "Niente di Personale", trasmissione di La7- nessuno pero' mi ha chiuso dentro lo spogliatoio". L'ex arbitro ha poi aggiunto: "Si sono solo lamentati in maniera decisa -continua Paparesta- perche' non avevo concesso loro un rigore e avevo annullato il gol del pareggio proprio un attimo prima del finale, cosa che per altro dimostra che non soffrivo certo di sudditanza. Poi se ne sono andati via e io ho solo sbagliato a non inserire nel referto di gara l'episodio''. "Solo sbagliato a non inserire nel referto l'episodio"? Ma è gravissimo, cari signori, così come è grave il fatto che, improvvisamente, oggi a distanza di anni, il signor Paparesta se ne esca fuori con una versione decisamente diversa da quella fornita nei giorni più caldi dello scandalo di Calciopoli: "Questa non e' la mia versione ma la realtà- ha replicato l'ex direttore di gara- non ero solo, con me c'erano assistenti, quarto uomo e un osservatore. Se fosse accaduto qualcosa, qualcuno l'avrebbe segnalato''. Paparesta non ha poi voluto commentare il fatto che altri suoi colleghi coinvolti in Calciopoli, e tutt'ora sotto processo penale (la sua posizione e' stata archiviata), siano ancora in attività, mentre lui è rimasto "al palo": ''A volte mi chiedo perchè non arbitro più, ma a me non interessa la posizione di altri miei colleghi, a cui invece auguro di essere completamente prosciolti come me. Ho dimostrato la mia estraneità davanti agli organi inquirenti e, ora che sotto l'aspetto disciplinare sono pulito, solo Collina può dire se potrò tornare ad arbitrare o meno. Solo il designatore puo' dire se sono in grado di arbitrare dal punto di vista tecnico''. Insomma, ha voglia di tornare ad arbitrare, l'arbitro pugliese, ma intanto, oltre a parlare di quel famoso e caliente post-gara, affronta anche il tema legato alla telefonata fatta a Moggi l'8 novembre 2004, due giorni dopo la gara ddel Granillo: ''E' stato il mio unico errore. L'ho chiamato perche' era partita nei miei confronti una campagna mediatica incredibile di cui lui si vantava. In molti, anche della mia associazione (l'Aia), dicevano che dovevo smettere di arbitrare e cosi' l'ho sentito per chiarire. Se lui pensava che non ero in grado di arbitrare si doveva rivolgere alle sedi competenti anche perche' se la campagna fosse continuata io mi sarei dimesso''. In conclusione, Paparesta ha poi spiegato la telefonata fatta a LEONARDO MEANI, addetto agli arbitri, in quel periodo, per la società rossonera (e principale responsabile della penalizzazione di 8 punti che ha dovuto scontare il Milan): ''Io sono un cittadino italiano e un commercialista, prima che un arbitro. Dopo aver appreso la notizia, durante il mio lavoro di revisore dei conti, di una possibile procedura d'infrazione contro l'Italia da parte dell'Unione Europea per violazione delle norme sul protocollo di Kyoto in relazione alle energie alternative, ne ho parlato col Meani visto che il presidente del Milan è anche il premier italiano''. Tutto risolto insomma? Allora perchè non dire subito come erano andate realmente le cose e spuntare, invece, oggi con la verità? Restiamo abbastanza perplessi...

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