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4 giugno 2009

Calcio, Messi come Maradona? La "pulce" ha le idee chiare: "Di Diego ce n'è uno solo"

Messi come Maradona?E' stato uno dei protagonisti della finale di Champions, nella quale ha messo la sua firma prestigiosa realizzando la rete della sicurezza e del defnitivo tracollo inglese, ma soprattutto sarà uno dei leader dell'Argentina di Maradona che deve riscattare la pesante sconfitta boliviana (1 a 6 a La Paz) e riprendere la marcia verso i Mondiali del Sudafrica. La "pulce" blaugrana, Lionel Messi, fantastico campione del Barcellona di Guardiola, chiusa in maniera trionfale la stagione con il club catalano (Campionato, coppa nazionale e Champions), ora può dedicarsi alla Seleccion e al suo mister tanto amato, Dieguito.

Nel ritiro biancoceleste tie­ne banco l’ardito para­gone tra Diego e Messi che, dopo un 2009 pazzesco, si candida per i premi più succosi di fine anno: Pallone d’Oro e Fi­fa World Player. Il piccolo attaccante argentino ha le idee stremamente chiare sulla questione: "Ritengo sia una mancanza di rispetto nei confronti di Maradona ogni tipo di paragone. Di Diego ce n’è stato uno solo e nessun altro potrà mai pen­sare di arrivare ai suoi livel­li. Per me è un privilegio la­vorare con lui nella Selec­ciòn e cercare di imparare il massimo". Una dichiarazione di grande professionalità e di rispetto verso un campione, Diego Armando Maradona, che sicuramente non può essere paragonato a nessuno dei giocatori in circolazione. Un fenomeno del calcio che nasce ogni cent'anni e forse più. Ma Messi ha delle doti che, indubbiamente, lo inseriscono tra i grandi fuoriclasse del calcio moderno. Fantasia, velocità, serpentine pazzesche con la palla incollata al piede, ottimo finalizzatore. Questo è Messi, il quale nel momento di massimo splendore preferisce restare al­l’interno del suo mondo che sabato lo chiama alla parti­ta della riscossa contro la Colombia. L’attaccante, però, indossa con disinvoltu­ra le vesti del leader ed esprime le sue preferenze: "Mi piace un attacco composto da me, Aguero e Tevez. Le due vol­te che abbiamo giocato in­sieme abbiamo vinto e ci sia­mo trovati bene. Si tratta di un tridente che, a dispetto delle misure, è ugualmente grande perché garantisce un altissimo livello tecnico". Qualsiasi giocatore scenderà in campo, l'Argentina deve assolutamente vincere per non lasciarsi risucchiare nella pancia di una classifi­ca che garantisce il Mondia­le sudafricano diretto sol­tanto alle prime quattro. La Selecciòn, dopo lo schiaffo di La Paz, si trova al confine dietro a Pa­raguay, Brasile e Cile e quindi tra sabato con la Co­lombia e mercoledì a Quito con l’Ecuador è condannata a centrare il bottino pieno per non perdere il treno che porta ai Mondiali del prossimo anno.

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