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28 luglio 2009

(video) Calcio, squadre: Ibrahimovic bacia i colori blaugrana: "Essere qui è un onore, il Barça è speciale"

Ibra bacia la magliaIeri sera, dopo qualche difficoltà (mancava un documento importante per la conclusione della trattativa) Zlatan Ibrahimovic è riuscito a coronare il proprio sogno. Tanti ringraziamenti a "papà" Moratti, all'Inter e all'Italia, ma lui non aspettava altro che una chiamata da Guardiola e dall'unica, tra le squadre di calcio esistenti al mondo, che poteva strapparlo via da Mourinho.


(Presentazione di Ibrahimovic al Nou Camp)

Il suo sogno più grande era indossare la maglia del Barcellona, la squadra che ha sempre ammirato fin da piccolo. A partire da ieri, dal suo ingresso in un Camp Nou vestito a festa (nel video potrete osservare la grandissima accoglienza riservata all'attaccante dal popolo blaugrana), con tantissimi tifosi in piedi ad appaludirlo, la sua avventura con la squadra di calcio catalana ha preso ufficialmente avvio. Ed è subito amore, è bastato qualche istante con la maglia numero nove addosso. Entrato in sala stampa in borghese, ma con la casacca addosso, Ibra si è subito fermato per far vedere a tutti un gesto che ai tifosi interisti un po' di male l'avrà fatto. Un bacio allo stemma della squadra di calcio blaugrana e i ringraziamenti doverosi: "Ringrazio il presidente Laporta e Beguiristain perché hanno fatto un gran lavoro per portarmi qui. Ringrazio anche il mio agente Raiola. E il presidente Massimo Moratti. Nessun presidente ha mai fatto quello che ha fatto lui per me. A Milano ho fatto benissimo e la mia famiglia è stata benissimo. Ma dovevo fare un passo in avanti. Con il presidente Moratti avevo già trovato un accordo mesi fa. Che solo una squadra avrebbe potuto comprarmi, il Barcellona. Non è facile vendere un giocatore che conta così tanto per la tua squadra, ma lui l'ha fatto. Io non vengo qui per sostituire Eto'o, ma per essere me stesso. Spero di vincere quanto lui, anzi anche di più. Nessuno è più felice di me in questo momento. Sono qui per vincere". Ma la sviolinata del fuoriclasse svedese non si ferma qui: "Essere al Barcellona è un onore. Ci sono tante grandi squadre al mondo, ma solo una è speciale. Per me è il Barcellona. Qui ci sono grandi campioni a partire da Messi e arrivando sino a Touré. Perché non ho mai vinto la Champions? Non lo so, io ho dato il meglio per farcela. Quanti gol segnerò? Io voglio migliorare rispetto all'anno prima. Ne ho fatti 25 e ora voglio fare meglio. Però non dico una cifra perché non penso a segnare quanto ad aiutare il club. Sono una persona che non si accontenta facilmente. Voglio vincere, vincere e ancora vincere". Quello è l'obiettivo al quale tiene di più, la Champions, il triofeo della discordia e dei malumori che lo hanno portato via dall'Inter, insieme al fascino per una città magica, per una delle squadre di calcio più gloriose come è quella spagnola: "Ho ringraziato il presidente Moratti e con questo comprendo tutti, i miei compagni di squadra e anche ovviamente i tifosi nerazzurri. Mi dispiace essere andato via ma qui a Barcellona sono più contento ed è quello che volevo. Ho imparato molto dal calcio italiano, fin dal mio primo allenatore Capello che mi ha insegnato ad essere concreto sotto porta, ma anche Mancini e Mourinho mi hanno insegnato molto. Non sarei quello che sono oggi senza l'esperienza in Italia e ringrazio tutti". Appalusi per Ibra Ibra...

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