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24 gennaio 2009

Buffon non è convinto della vicenda "Kakà-City": "un teatrino" e ammette: "Fantaofferta? Io sarei andato".

                    Gigi Buffon, torna titolare nella sua Juventus

Un'altra voce importante, sulla vicenda legata al mancato addio di Kakà, che ormai sappiamo tutti a memoria, è quella del portierone della Juventus e della Nazionale, GIANLUIGI BUFFON. Il giocatore bianconero, al rientro questa sera, tra i pali della porta juventina, nell'anticipo di campionato contro i viola, non è assolutamente convinto di come siano andati i fatti e ammette, con grande onesta intellettuale, che in caso di mega offerta sarebbe andato via.

Non convinto, e anche divertito dall'episodio di fantamercato stile soap opera, compreso soprattutto il colpo di scena finale, che ha riguardato il calciatore brasiliano Ricardo Kakà, ad un passo dal trasferimento alla corte dello sceicco del Manchester City. Il grande rifiuto e l'annuncio in diretta, al Processo di Biscardi, del presidente rossonero Silvio Berlusconi, hanno dilettato l'estremo difensore bianconero Gigi Buffon che fornisce la sua lucida interpretazione dei fatti: "Un teatrino, più che una scelta -ha detto alla Gazzetta il portiere- club come Juve, Inter o Milan se vogliono fare un affare non lo sbandierano". Un'opinione che può essere condivisibile, visto il susseguirsi di una moltitudine di piccoli tasselli che hanno composto il puzzle della vicenda, come l'accordo raggiunto, poi smentito, l'annuncio di Berlusconi, la maglia tirata dalla finestra ai tifosi festanti, assiepati sotto la sede rossonera. Ma allora è quasi inevitabile la domanda: nel caso in cui avesse ricevuto un'offerta di questo tipo, cosa avrebbe deciso? "So che le squadre sono anche delle società. Con un'offerta da fantacalcio, sarei io ad andare". E ha proseguito: "E' da quando ho 23 anni che sento voci del genere, io sono un uomo di calcio e so anche fare due calcoli. Farei così anche per togliere da un giustificabile imbarazzo una società come la Juventus, alla quale devo tanto". Premesso che sono discorsi, diciamo, rivolti ad un futuro ipotetico lontano da Torino, poichè il campione azzurro è una colonna bianconera e la Juventus e la sfida con la Fiorentina, che segna il suo grande rientro, è chiaramente il presente, occorre sottolineare l'onestà di un calciatore che inquadra alla perfezione le logiche di mercato, in un calcio che ormai è sostanzialmente un business ("so che le squadre sono anche delle società"), e ha poco spazio per i sentimenti e l'amore per la maglia, e che sceglierebbe di dire addio alla sua casacca anche per evitare che la società si trovi al centro di imbarazzanti decisioni da prendere. Non saranno felici i tifosi juventini, ma forse alla fin fine comprenderebbero che è difficile dire di no ad un'offerta del genere, soprattutto ponendosi nei panni del calciatore Buffon che, non più giovanissimo, andrebbe a firmare l'ultimo mega contratto della sua vita sportiva e di una società juventina, la quale riceverebbe in cassa tanti soldi che, di questi tempi, sono una manna dal cielo.

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