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11 febbraio 2009

Poveri arbitri. Braccia rotte, macchine sfasciate. Che altro succederà?

(Ecco l'arma dell'arbitro: i cartellini)
Spesso ne combinano di tutti i colori. Altre volte (la percentuale minore) escono dal campo tra gli applausi del pubblico che ha assisito alla gara. Parliamo dei tanti bistrattati arbitri e di due, in particolare, che in Croazia e e in Spagna hanno vissuto brutti momenti. Ah...che mestieraccio...

Croazia. La partita è Mladost-Poskok. Non lo avesse mai fatto. L'arbitro, ALEN JAKISC espelle un giocatore della squadra di casa e questi, in tutta risposta, gli rompe un braccio. Si tratta di JURAY PETRICEVIC, 22 anni. Il calciatore, fomentato anche dall'ambiente, non ci ha visto più e si è scagliato violentemente contro il direttore di gara, dapprima prendendolo a pugni e poi, addirittura, fratturandogli un braccio. Una cosa incredibile, di una violenza inaudita, che va assolutamente condannata. Leggermente meglio, ma non benissimo, è andata all'arbitro di Ceuta B-Murallas de Ceuta, match che si è disputato nel campo federativo José Benoliel e terminato con il risultato di zero a zero. Pur non rimettendoci arti vari, Il direttore di gara ci ha rimesso la sua bella macchina. Durante la partita ha mostrato sette cartellini gialli e decretato un calcio di rigore in favore del Murallas de Ceuta. Finita la partita, è andato a riprendere la sua vettura, per tornare a casetta, e si è accorto della sorpresina preparata a puntino dai tifosi che, accecati dall'ira, gliel'hanno sfasciata completamente. Una vitaccia per gli arbitri. Non è il posto, dunque, è il mestiere. A mio avviso, bisognerebbe imparare, almeno una volta nella vita, a mettersi nei panni di questi poveri direttori di gara.

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