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(highlights) Juventus - Napoli 1-0. Napoli "jellato". Il jolly è bianconero. Blasi manda ko i ragazzi di Reja.


(Il gol di Marchisio, che consente alla Juventus di battere il Napoli)

Juventus (4-4-2): Buffon; Grygera, Legrottaglie (28'st Mellberg), Chiellini, Molinaro; Marchionni, Poulsen, Marchisio, Giovinco (18'st Saliahmidzic); Trezeguet, Del Piero (23'st Amauri). A disposizione: Manninger, Sissoko, Tiago, Iaquinta. All.: Ranieri.
Napoli (3-5-2): Navarro; Santacroce, Cannavaro, Contini; Montervino (1'st Datolo), Pazienza (32'st Russotto), Blasi, Hamsik, Vitale (32'st Aronica); Denis, Lavezzi. A disposizione: Bucci, Rinaudo, Maggio, Bogliacino.
Arbitro: Ayroldi di Molfetta (Maggiani, Pirondini).
Marcatori: 44'pt Marchisio (J).

Un gol, o meglio un tiro di Marchisio, senza troppe pretse, deviato da Blasi, che spiazza l'argentino Navarro, tra i migliori in campo, consente alla Juventus di battere il Napoli, al termine di una gara che ha tradito le attese della vigilia. Finisce uno a zero il secondo posticipo, e ora l'undici di Ranieri è momentaneamente a meno sei dall'Inter, ma occorre aspettare il big match di domani sera, tra i nerazzurri e la Roma di Spalletti. Ritornando alla partita appena conclusa, è stato un match bruttino, specialmente nella ripresa, nella quale si registra poco calcio e tanti calci, soprattutto nel finale (teso) di partita. Meglio la prima parte dell'incontro, nella quale si sono viste belle azioni, create dai bianconeri, con Del Piero e Trezeguet, ma sventate alla grande da Navarro. La prestazione del portiere è l'unica nota positiva di un'altra serata da dimenticare per i partenopei (sesta sconfitta nelle ultime otto partite). Se ci si mette anche la sfortuna, allora è veramente un guaio. E domenica, al San Paolo, è in arrivo la Lazio di Zarate.
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(highlights) Lazio - Bologna 2-0. Zarate torna al gol dopo due mesi e i biancocelesti volano. Di Vaio a secco.


(La doppietta di Zarate che ha steso il Bologna)

Lazio (4-4-2): Muslera; De Silvestri, Siviglia, Cribari, Kolarov; Brocchi (35' st Manfredini), Ledesma, Matuzalem (29' st Dabo), Foggia; Zarate, Pandev (23' st Rocchi). In panchina: Carrizo, Rozenhal, Radu, Mauri. All. Rossi.
Bologna (4-5-1): Antonioli; Belleri, Terzi, Britos, Lanna; Valiani (1' st Marazzina), Mingazzini, Mudingayi (35' st Coelho), Volpi, Rodriguez (1' st Mutarelli); Di Vaio. In panchina: Colombo, Zenoni, Castellini, Amoroso. All. Mihajlovic.
Arbitro: Russo
Marcatori: 35' e 36' st Zarate (L)

Era da dicembre che non riassaporava la gioia del gol. Troppo per il cannoniere argentino che aveva strabiliato tutti per la grandiosa prima parte di stagione. Mauro Zarate ne segna ben due, contro il Bologna (priumo anticipo della 26esima giornata), e regala la seconda vittoria consecutiva ad una Lazio che, pian piano, sta riacquistando lo smalto di qualche mese fa. Dapprima, l'attaccante fa secco Antonioli con una stupenda punizione al 35' del primo tempo, successivamente, invece, con un destro che anticipa l'estremo difensore rossoblu in uscita al 36' della ripresa. Per il resto, partita con poche emozioni da raccontare. Rossoblù deludenti, e neanche Di Vaio riesce a pungere la retroguardia biancoceleste. Ormai, manca da un mese la vittoria in casa dei felsinei. Come a dire, una squadra esce dalla crisi (la Lazio), e un'altra vi entra ufficialmente (il Bologna).
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Catania - Palermo. Lo Monaco accende il derby: "Il Palermo è superiore? Lo vedremo".

Il Massimino si prepara ad ospitare il Palermo, in un derby che si preannuncia infuocato. Le dichiarazioni rosanero di una presunta "superiorità", rilasciate alla vigilia, non sono piaciute ai catanesi, e l'Ad etneo Lo Monaco non ha esitato a rispondere ai "cugini" palermitani. Scintille da derby.

"Un derby è un derby": Pietro Lo Monaco, amministratore delegato del Catania, guarda cosi' alla sfida con il Palermo, che domani avrà come palcoscenico il Massimino, campo amico della compagine etnea. Con la squadra in silenzio stampa, per cercare di trovare la serenità necessaria a superare il momento di crisi, tocca al dirigente raccontare le sensazioni della vigilia e non manca la piccata risposta ai rosanero: "Siamo impazienti di andare in campo per verificare se le dichiarazioni di superiorità fatte dai rosanero hanno un fondamento". Sarà battaglia dunque, domani pomeriggio. E i catanesi hanno voglia di tornare a vincere, e sarebbe doppia gioia poter conquistare la posta in palio nel derby siciliano. Per quanto riguarda la formazione, Zenga terra' fuori per scelta tecnica Terlizzi e Dica. Per loro e' la terza esclusione di seguito.
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Spalletti accetta le scuse e convoca Christian Panucci: "Conta la Roma".

Il "caso Panucci" è chiuso. Il giocatore ha chiesto scusa al mister ed è "ripartita" l'avventura del savonese con la maglia giallorossa. "Con Panucci si riparte, ha fatto quello che doveva fare. Con grave ritardo, però si riparte". Chiare le parole di mister Spalletti, che reintegra il calciatore in rosa.

Christian Panucci figura nella lista dei convocati. Ci sarà l'esperto difensore nella difficile trasferta milanese, ed è una buona notizia per la Roma e i tifosi giallorossi. Il reintegro del giocatore, il quale ha finalmente chiesto scusa al tecnico in una conferenza stampa, consente al mister Luciano Spalletti di avere una freccia in più, importante, per questo finale di stagione, nel quale la Roma deve assolutamente riuscire a conquistare il quarto posto. “Lui è un calciatore della Roma - ha affermato il tecnico - e bisogna cercare di usare tutte le forze che abbiamo a nostra disposizione. Secondo me in casi come questo non conta Panucci, non conta Spalletti. Conta la Roma. Quello che ha fatto ieri lo doveva fare due giorni dopo quel fatto, e aveva avuto anche la possibilità di farlo. Ora ripartiamo, ma con le regole vecchie. Cioè che lui è un calciatore, che io sono il tecnico e che c’è una società”. In una situazione molto difficile per la Roma, sul piano degli infortunati (ultima tegola, il brutto infortunio occorso a Perrotta, che dovrà stare a riposo per circa due mesi), la presenza di un Panucci riabilitato, nell'undici giallorosso, è davvero importante, soprattutto per l'immediato. E sulla sfida con l’Inter, di domenica sera, non manca la battuta del tecnico toscano: “Bisognerà essere molto pratici e molto diretti: l’Inter è in testa meritatamente e noi siamo a una distanza importante e probabilmente è quello che siamo meritati”.

Ecco i convocati per la gara di domenica sera contro l'Inter:

2 CHRISTIAN PANUCCI
3 CICINHO
5 PHILIPPE MEXES
7 DAVID MARCELO CORTES PIZARRO
9 MIRKO VUCINIC
10 FRANCESCO TOTTI
11 RODRIGO FERRANTE TADDEI
13 MARCO MOTTA
14 FILIPE
16 DANIELE DE ROSSI
17 JOHN ARNE RIISE
19 JULIO CESAR BAPTISTA
21 SOUYMANE DIAMOUTENE
23 VINCENZO MONTELLA
24 JEREMY MENEZ
25 GUILHERME DE MORAIS GUSMAO ARTUR
27 JULIO SERGIO BERTAGNOLI
32 DONIEBER ALEXANDER MARANGON (DONI)
33 MATTEO BRIGHI
40 ALESSANDRO MALOMO

Indisponibili: Pipolo, Cassetti, Aquilani, Perrotta, Tonetto, Juan, Loria.
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"Prevedo una brutta partita, ma conterà solo vincere". Allegri inquadra così il match con il Toro.

(Massimiliano Allegri, tecnico del Cagliari)
Domani i sardi ospitano il Torino, al Sant'Elia, e non sarà una gara facile. Infatti, come ha rimarcato il tecnico del Cagliari, Massimiliano Allegri, alle squadre allenate da Walter Novellino non manca mai la grinta e il carattere. Se ci aggiungiamo poi le motivazioni (la salvezza) che spingeranno i torinesi ad una gara d'attacco, allora non abbiamo più dubbi sul fatto che sarà una gara da brividi. Ma, per il mister dei rossoblu di casa conterà solo fare risultato pieno. Ancora dubbi di formazione per la squadra sarda, sia per quanto riguarda l'attacco che per la zona mediana.

"Contera' solo il risultato, per noi e per loro, prevedo dunque una brutta partita, addirittura cattiva": cosi' Massimiliano Allegri sull'impegno casalingo, di domani, contro il Torino di Walter Novellino. "I granata, con Novellino, hanno acquistato grinta e motivazioni, e sono arrivati anche i sei risultati positivi di fila", ha aggiunto l'allenatore del Cagliari. Per quanto riguarda la formazione, ancora non si sbilancia: "Ho ancora qualche dubbio soprattutto a centrocampo, tra Lazzari e Parola, e in avanti, tra Matri e Jeda". Potrebbe esserci un turno di riposo per il brasiliano, apparso un pò col fiato corto nelle ultime settimane.
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Juventus - Napoli. Reja sulla graticola. I partenopei sfidano i bianconeri e la crisi.

(Reja si affida a Lavezzi per uscire dalla crisi)
In serata, sfida dal grande fascino e richiamo, nonostante il distacco in classifica tra le due compagini. Alle 20 e 30, nell'impianto torinese, ci sarà un gustoso Juventus-Napoli, una super classica del calcio italiano che, tuttavia, vede attualmente situazioni di classifica e "ambientali" diverse. La Juventus continua a credere nel sogno scudetto (distante nove lunghezze, ovvero il divario dall'Inter) e cerca il riscatto dalla bruciante sconfitta di Champions, rimediata contro il Chelsea (1 a 0, Drogba). Dall'altra parte un Napoli che, in poco tempo, è passato dai sogni europei alla crisi profonda, e che ha bisogno pertanto di punti per risollevarsi. Per Reja ultima spiaggia? Secondo le parole del Dg Marino, sembra di no.

Juventus (4-4-2): Buffon; Grygera, Mellberg, Chiellini, Molinaro; Marchionni, Poulsen, Marchisio, Giovinco; Trezeguet, Del Piero. A disposizione: Manninger, Legrottaglie, Sissoko, Tiago, Nedved, Iaquinta, Amauri. All.: Ranieri.
Napoli (3-5-2): Navarro; Santacroce, Cannavaro, Contini; Maggio, Blasi, Pazienza, Hamsik, Datolo; Denis, Lavezzi. A disposizione: Bucci, Aronica, Rinaudo, Montervino, Bogliacino, Vitale, Russotto. All.: Reja.
Arbitro: Ayroldi di Molfetta.

La sconfitta londinese ha lasciato, oltre all'amarezza per aver perso una gara a causa dell'unica disattenzione difensiva (di Chiellini) in tutti i novanta minuti disputati allo Stamford Bridge, anche l'ennesimo infortunio di Camoranesi che dovrà restare fermo per diverse settimane. Dunque, reduce dai guai di Champions, la compagine bianconera si confronta, però, con quelli enormi di un Napoli in crisi nera. Dai sogni europei a lottare per non essere invischiato nella parte dalla bassa della classifica. Chi lo avrebbe mai detto, dopo lo splendido girone di andata, ma ora non c'è più spazio per pensare al passato. Ora servono punti, per ritrovare il sorriso e soprattutto uscire da questo periodo buio. Le contestazioni dei tifosi, inoltre, hanno lasciato il segno. Insomma, a Napoli la tensione è alta e per Reja, Torino rappresenta l'ultima spiaggia (è pronto il traghettatore Papadopulo), anche se le parole di Marino sembrano smentire questa ipotesi. Olte ai problemi di classifica, il Napoli è privo anche di elementi importanti, quali Gargano e l'ex bianconero Zalayeta, infortunati. Dunque, spazio a Pazienza, con Datolo largo sulla sinistra. In attacco, coppia argentina confermata: Lavezzi-Denis.
"Sappiamo che sará una gara difficile- ha detto Claudio Ranieri, il tecnico della Juve - Troveremo una squadra agguerrita, che sta attraversando un momento particolare, ma che rispetto all'anno scorso ha cinque punti in più in classifica". All'andata, fu vittoria per i partenopei. L'ultimo confronto, in Coppa Italia, ha richiesto i supplementari e anche la lotteria dei rigori per il passaggio del turno alla Juve. Ma questa gara fa storia a sè, e i bianconeri, da alcune settimane, faticano a segnare. Un dato preoccupante per Ranieri che, per necessità, più che per opzione, si affida a Trezeguet. Camoranesi out per i problemi che abbiamo già evidenaziato, sarà rimpiazzato da Marchionni, mentre il capitano Alex Del Piero è in ballottaggio con Amauri per affiancare il franco-argentino in avanti. Possibile turno di riposo per Nedved, con inserimento del giovane Giovinco, mentre Marchisio dovrebbe rilevare Tiago a centrocampo.
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Lazio - Bologna. Rossi cerca il bis, l'ex Di Vaio pronto allo scherzetto.

(Marco Di Vaio, bomber del Bologna e grande ex nella sfida con la Lazio)
La 26esima giornata di campionato, in Serie A, si apre con l'anticipo pomeridiano (ore 18:00) dell'Olimpico, tra Lazio e Bologna. La convincente vittoria di Lecce ha riportato il sorriso in casa dei biancocelesti. Ora Delio Rossi chiede continuità ai suoi ragazzi, ma li mette in guardia dall'appuntamento odierno, sicuramente non facile, contro i rossoblu dei due ex, Mihajlovic, e il bomber romano Di Vaio, capocannoniere del torneo, ed ex beniamino della tifoseria laziale.

Lazio-Bologna sabato ore 18
Lazio (4-3-3): Muslera; Lichtsteiner, Siviglia, Cribari, Kolarov; Brocchi, Ledesma, Matuzalem; Foggia, Zarate, Pandev. A disposizione: Carrizo, Rozenhal, Radu, De Silvestri, Dabo, Mauri, Rocchi. All.: Rossi.
Bologna (4-5-1): Antonioli; Belleri, Britos, Terzi, Lanna; Coelho, Mingazzini, Volpi, Mudingayi, Bombardini; Di Vaio. A disposizione: Colombo, Zenoni, Mutarelli, Valiani, Amoroso, Bernacci, Marazzina. All.: Mihajlovic.

"Domani non dovremo scendere in campo con la puzza sotto al naso o gratificati dalla buona prestazione fatta a Lecce perchè troveremo molte difficoltà a vincere la partita col Bologna. All'Olimpico, poi, sappiamo che le squadre vengono a coprire tutti gli spazi, quindi sarà normale soffrire un po' di più". Rossi mette subito in chiaro le cose e avverte i suoi calciatori. Non sarà assolutamente facile contro il Bologna di Mihajlovic e dello scatenato Marco Di Vaio, autore finora di 16 reti in 23 gare (leader della classifica marcatori) e di un campionato sicuramente da ricordare. Per il romano, ex beniamino della tifoseria laziale (anche se vi ha militato solo una stagione, quella del 1995-1996, dopo aver fatto, però, la trafila nelle giovanili della Lazio) sarà un pieno di emozioni e le sue parole, a poche ore dalla sfida, convergono in tal senso: "Giocare contro la Lazio? Come tornare a casa". E, in quella casa che lo ha amato, e che lo ama ancora, lui è pronto a giocare lo scherzetto ai suoi ex compagni, perchè ora insegue, con il Bologna, una salvezza non facile. Sarà un match divertente, e crediamo anche ricco di reti. Per quanto riguarda i protagonisti che scenderanno in campo alle 18, Delio Rossi è orientato a confermare Foggia nel tridente, dopo la positiva prova registrata a Lecce. Probabile quindi un'altra panchina per Rocchi. Negli ospiti, invece, Mihajlovic potrebbe, a sorpresa, lanciare dal primo minuto Coelho. Mentre, in difesa, lo squalificato Moras sarà rimpiazzato con Terzi. Infine, ballottaggio sulla corsia destra tra Belleri e Zenoni.

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Ronaldo imita Adriano. Notte brava e multa in arrivo.

(Ronaldo, durante la presentazione di qualche mese fa. Un amore già finito?)
Ma allora, questi brasiliani ce l'hanno per vizio. Quando sentono l'irresistibile voglia di fuggire via, di distrarsi e passare una serata di baldoria, non c'è allenamento che tenga. E dopo le folli avventure notturne, passate tra night e localini vari, dell'interista Adriano, (il quale sembra aver messo la testa a posto) autore di strani ritardi, scontati con una maxi multa, ecco il collega Ronaldo (ex nerazzurro) che, attualmente al Corinthians (per rinascere, così almeno a parole) incorre nelle ire di Andres Sanchez, presidente del club brasiliano.

La notte brava costerà caro al brasiliano Ronaldo. E' la seconda volta in meno di un mese, e a questo punto il presidente Andres Sanchez è chiaramente stufo della situazione. Il Corinthians applicherà, infatti, una multa all'attaccante perche' oggi e' ritornato alle cinque del mattino all'hotel di Presidente Prudente. L'albergo, situato nello stato di San Paolo, ospita il ritiro del club brasiliano. Non contento, il giocatore non si e' poi presentato all'allenamento. Andres Sanches, il quale versa circa 200.000 dollari al mese al brasiliano, gli applichera' una maximulta. Insomma, i tanto festosi annunci dell'acquisto di Ronaldo, le prime emozionanti parole del calciatore, la voglia di "rinascita" (nella quale credeva tantissimo l'allenatore del Corinthians, Menezes), la volontà di ripartire dall'affetto della sua terra per tornare ad essere un giocatore vero...è già tutto finito nel dimenticatoio?
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"Fuori la cattiveria e l'orgoglio". Faccia a faccia tra Foti e i giocatori reggini.

(Lillo Foti, presidente della Reggina, chiede una grande prova ai suoi)
"Una squadra di uomini veri". Questa è la richiesta del presidente Lillo Foti, ai calciatori reggini. L'impegno con la Fiorentina è estremamente problematico, ma il presidente non vuole che si parta battuti. E, in queste ore, chiede ai calciatori di Orlandi la giusta determinazione e la grinta necessaria per poter disputare una grande gara. Al di là di come finirà la partita, Ci vogliono gli "attributi", questo è il pensiero del presidente reggino.

Domenica sarà dura, contro una Fiorentina, in ottima forma e arrabbiata per la sfortunata gara dell'Amsterdam Arena. Il pareggio siglato dal brasiliano Leonardo, nei minuti finali del match di Coppa Uefa, ha decretato l'eliminazione, abbastanza immeritata, dei toscani dalla competizione europea. C'è voglia di riscatto, quindi, nello spogliatoio viola. Un problema in più per i calabresi, già alle prese con una classifica deficitaria (ultima in graduatoria a 17 punti, ndr). Ma in queste ore si leva forte e decisa la voce del presidente Lillo Foti, che chiede ai suoi ragazzi di tirare fuori l'orgoglio. I calabresi cercano una vittoria che manca da ormai tredici giornate: "Ho incontrato i ragazzi e ho chiesto loro - ha ammesso- di vedere in campo uomini che credono in cio' che fanno. Le gare da qui in poi sono partite da uomini veri. Cozza, Corradi, Brienza, Cirillo, Lanzaro, Valdez devono tirare fuori la giusta cattiveria e l'orgoglio". Una squadra di uomini veri. Vada come vada, bisogna tirare fuori gli "attributi", così tuonò Lillo Foti.
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Perrotta fuori due mesi. Ennesima tegola per Spalletti. E a Milano mancherà anche Totti.

Altra tegola per la Roma, alle prese con due impegni ravvicinati estremamente importanti. Simone Perrotta dovrà stare fermo per circa due mesi (in sostanza stagione conclusa per il centrocampista) per una lesione muscolare. Una stagione così sfortunata, dal punto di vista "fisico", non si è mai vista in casa romanista. Ormai non si contano più i problemi muscolari, più o meno gravi, che hanno afflitto e che affliggono tuttora i giocatori di Luciano Spalletti.

Francesco Totti, per un problema al ginocchio, è in dubbio per la trasferta milanese. Juan e Cicinho mancheranno per infortuni vari. Aquilani è ancora ai box, e Vucinic non è al meglio. A complicare ancora di più i piani di Spalletti (come se non bastasse), in vista della gara di domenica sera contro i nerazzurri, ma soprattutto a pochi giorni dal ritorno, fondamentale, degli ottavi di Champions (i giallorossi devono ribaltare l'uno a zero subito all'Emirates per poter guadagnare la qualificazione) arriva l'infortunio, abbastanza serio, che si è procurato Simone Perrotta in allenamento. Il centrocampista, nato ad Ashton in Inghilterra, ha riportato una lesione di secondo grado al muscolo all'altezza dell'anca. Si prevede un lungo stop - forse due mesi - ma i tempi di recupero saranno valutati nei prossimi giorni.
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Marino tranquillizza l'ambiente napoletano. "A Torino con la voglia di far bene".

(Pierpaolo Marino cerca di risollevare il morale del Napoli)
Il momentaccio vissuto in campionato dal Napoli non toglie il sonno e la tranquillità al Dg partenopeo Marino che ha fiducia in Reja e nei giocatori. Ora c'è la difficile trasferta contro una Juventus bruciata dalla sconfitta di Champions.

Non vince da mesi ormai. Ma soprattutto, sembra aver perso lo smalto del girone d'andata. ora il prossimo impegno è all'Olimpico di Torino contro la compagine di Claudio Ranieri. E Pierpaolo Marino, Direttore Generale dei partenopei, analizza il prossimo impegno dei campani: "La partita con la Juve decisiva per il futuro di Reja? No, non penso proprio. Andiamo a Torino con la voglia di fare bene, sapendo che non siamo in un gran momento di forma. Ma non è il caso di fare drammi perchè forse il Napoli ha fatto vedere cose straordinarie nel girone d'andata e ora sta ritornando sulla terra. Una crisi che ci può stare, c'è stata in passato e c'è pure quest'anno". Insomma, nonostante i risultati parlino chiaro, c'è comunque fiducia nelle possibilità del Napoli di rialzare la testa. Almeno da parte della dirigenza. Infatti, i tifosi non hanno preso proprio bene questi ultimi risultati da parte della squadra: "La pressione fa sempre bene. Solo che la squadra è giovane ed è abituata a giocare in allegria ed ora in una situazione di tensione non riesce a giocare più ai suoi livelli. Abbiamo giocato su livelli importanti da marzo a dicembre 2008 e non è che una squadra di puledri per dieci mesi improvvisamente diventa di brocchi. Anche lo scorso anno abbiamo avuto una crisi così e ci siamo ripresi battendo l'Inter che non perdeva da un anno e da lì siamo finiti in Coppa Uefa". Ripartire, il prima possibile, per evitare guai maggiori. Il coro napoletano è unisono. Ma dietro l'angolo c'è la Juventus...
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Montella carica la Roma. "A Milano per battere l'Inter".

(Eccolo, quando distendeva le sue braccia e faceva impazzire la Sud)
Vincenzo Montella sprona i compagni ad una grande partita contro l'Inter e a credere nella rimonta sull'Arsenal. Il quasi 35enne di Castello di Cisterna (provincia di Napoli) è dal 1999 nella Capitale, sponda giallorossa. E' tornato alla base, dopo le dieci gare giocate con il Fulham (3 reti) e le dodici con i blucerchiati, il suo vecchio amore (4 reti). Non ha più la brillantezza di un tempo, ma è sempre grintoso e pronto a dare il suo contributo alla causa giallorossa.

Vincere a Milano e credere nel quarto posto, poi ritrovare le energie giuste per ribaltare lo zero a uno londinese. Vincenzo Montella è ottimista in vista del ritorno degli ottavi di Champions: "L'Arsenal si può battere". Per "l'aeroplanino" (soprannome che gli deriva dal curioso e simpatico modo che aveva di festeggiare una rete appena segnata) l'uno a zero subito a Londra si può ribaltare perche la squadra di Wenger, oltre che a sprecare sotto porta, qualche crepa l'ha evidenziata. "Possiamo far bene nel ritorno contro l'Arsenal. Nell'ultima parte del match abbiamo fatto vedere che l'Arsenal si puo' battere. Dobbiamo ripartire dal finale di partita di Londra. Abbiamo rischiato un po' ma con un pizzico di fortuna in piu' poteva andare bene". Ma l'impegno immediato si chiama appunto Inter e, anche se la distanza dai nerazzurri ormai preclude sogni di vertice ai capitolini, c'è una Champions e un quarto posto, obiettivo minimo stagionale, da raggiungere. A tal proposito, intervenendo a Sky, il piccolo attaccante napoletano ci crede e invita i compagni a dare il massimo: "Possiamo puntare al quarto posto, ci crediamo, ci sono tante partite. A Milano sara' una partita importante. Ma la Roma la gare importanti le sa fare, ha la forza per farle bene. Andiamo a Milano per fare risultato pieno. L'aeroplano ha scaldato i motori ed è pronto a decollare.
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Roma-Inter. Motta contro Santon. Giovani e rampanti.


Si sfideranno in Roma-Inter, domenica sera al Meazza. Poi nell'under 21 di Casiraghi. parliamo di MARCO MOTTA e DAVIDE SANTON, due giovani e rampanti terzini che illuminano di tricolore il proscenio europeo. L'uno è stato tra i più positivi nella sconfitta subita all'Emirates, l'altro non ha sfigurato contro il fuoriclasse del Manchester, Cristiano Ronaldo. Per loro un futuro radioso, sia a livello di club, sia in nazionale.

E' in prestito alla Roma, dall'Udinese, ma già si lavora per il riscatto definitivo del difensore. Marco Motta, brianzolo di Merate (dove è nato nel 1986), ha già evidenziato, nelle poche apparizioni registrate con i giallorossi, le sue indubbie qualità. Un predestinato. Esordisce a 18 anni (con la maglia bergamasca), il 9 gennaio 2005 proprio contro la Roma, mostrando le sue doti di ottimo terzino di spinta, dotato anche di una buona tecnica. Ora è alla corte di Spalletti e la società capitolina ha tutta la voglia di tenerselo stretto. Buon impatto, all'esordio, nella gara vinta con il Genoa, poi anche la palma di migliore nella disfatta di Bergamo, contro la sua ex squadra, ma non dimentichiamoci la sua prestazione positiva anche nella sconfitta di Champions, contro l'Arsenal. Insomma, il ragazzo, nazionale Under 21, ci sa fare e, domenica sera, se la vedrà, in una sorta di "sfida nella sfida", con un altro giovane e scalpitante terzino: il nerazzurro Davide Santon. Discorso abbastanza diverso per il 18enne di Portomaggiore, città dela provincia di Ferrara. Cresciuto nel settore giovanile ravennate, a 14 anni passa all'Inter e compie tutta la trafila con il club di Moratti (da ala viene trasformato in terzino di spinta), finchè nell'estate del 2008 viene aggregato nel ritiro interista di Brunico e a gennaio di quest'anno (il 21 in Inter - Roma 2-1), nei quarti di Coppa Italia è tra le note più positive della serata nerazzurra. Quella sera, il ragazzino era a mille: "Dopo la partita non sono riuscito a chiu­dere occhio per l'adrenalina che avevo in corpo". Ci crediamo. Poi la Champions. A 18 anni senza paura contro il Pallone d'Oro. A 18 anni senza paura contro il Manchester United in un ottavo di Champions League. Non è da tutti avere questa personalità, e Mourinho che è un tecnico intelligente, lo ha premiato, dandogli una maglia da titolare, la continuità della quale ha bisogno per poter crescere, e tutta la sua fiducia. Ora, domenica sera, va in scena un altro episodio della sfida infinita tra Roma e Inter. Loro saranno in campo e cercheranno di dare il meglio per i propri colori. Sarà, nella miriade dei campioni che parteciperanno all'evento sportivo, anche Motta contro Santon, per convincere definitivamente Casiraghi.
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Udinese - Lech Poznan 2-1. I friuliani sopravvivono alla débacle italiana. Pepe-Di Natale affondano i polacchi. Ora c'è lo Zenit.

L'Udinese scampa all'epidemia di sconfitte italiche e tiene alto il tricolore, conquistando l'accesso agli ottavi di finale della Coppa Uefa, a spese del Lech Poznan sconfitto per due a uno. Ora, per i bianconeri, c'è il temibile Zenit, detentore in carica della competizione europea.

Udinese (4-3-3): Belardi; Zapata, Coda, Domizzi, Pasquale (32' st Lukovic); Inler, D'Agostino, Asamoah; Pepe (17' st Isla), Quagliarella (1' st Floro Flores), Di Natale. A disp.: Koprivec, Felipe, Zimling, Obodo. All.: Marino
Lech Poznan (4-2-3-1): Turina; Wojtkowiak, Bosacki, Arboleda, Djurdjevic; Bandrowski, Murawski; Lewandowski, Stilic, Iniac (26' st Wilk); Rengifo. A disp.: Kotorowski, Tanevski, Peszko, Kucharski, Anderson Cueto, Kikut. All.: Smuda
Arbitro: Blom (Ola)
Marcatore: 13' pt Rengifo (L), 12' st Pepe (U), 45' st Di Natale (U)

Chi di rimonta ferisce, di rimonta perisce. Parafrasando un famoso detto popolare, i bianconeri di Marino superano i polacchi, recuperando la rete di svantaggio, siglata da Rengifo, grazie alla coppia gol Pepe-Di Natale. Nel prossimo turno, ostacolo difficile per i friulani. Infatti, i ragazzi di Marino se la dovranno vedere con lo Zenit San Pietroburgo, squadra eliminata nella fase eliminatoria della Champions (faceva parte del girone della Juventus, ndr). Passando alla gara, Il Lech parte fortissimo e trova, meritatamente, il vantaggio al 12': il destro di Rengifo, al limite, supera Belardi. All'Udinese basta solo un gol per la qualificazione, ma i bianconeri sembrano accusare il colpo. E' ancora il 12' il minuto chiave: Pasquale scende sulla sinistra, crossa e trova il rimpallo fortunoso di Pepe, che infila dopo il pasticcio della difesa ospite. Pareggio e qualificazione di nuovo in mano all'Udinese. Asamoah, al 37', si rende protagonista di una giocata stupenda, ma è stoppato da un'incredibile traversa. Sembra il segnale di una beffa imminente, ma così non è. I polacchi, stremati e riversati in avanti, subiscono il colpo del ko al 90', da Di Natale: l'attaccante, solissimo davanti a Turina, realizza il gol vittoria, che chiude definitivamente i giochi per la coriacea squadra polacca. E ora lo Zenit, detentore della coppa.

ECCO I MATCH DEGLI OTTAVI:
Marsiglia (Fra)-Ajax (Ola)
Galatasaray (Tur)-Amburgo (Ger)
Werder Brema (Ger)-Saint Etienne (Fra)
Cska Mosca (Rus)-Shakhtar Donetsk (Ukr)
Paris SG (Fra)-Sporting Braga (Por)
Dynamo Kiev (Ukr)-Metalist Kharkov (Ukr)
Manchester City (Ing)-Aalborg (Dan)
Udinese (Ita) - Zenit San Pietroburgo (Rus)
Le partite d'andata si giocheranno il 12 marzo prossimo.
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(video gol) Ajax - Fiorentina 1-1. Viola beffati in zona cesarini. Leonardo regala la qualificazione a Van Basten.


(Il vantaggio firmato da Gilardino, che aveva illuso i toscani)


(La serpentina di Leonardo, che beffa una difesa abbastanza incerta, e poi trafigge Frey per l'uno a uno che vale la qualificazione)

Ajax (4-4-2): Vermeer; Van der Wiel, Oleguer, Vertonghen, Vermaelen; Gabri (33' st Anita), Lindgren (24' st Leonardo), Enoh, Emanuelson; Sulejmani (46' stAlderweireid), Suarez. A disp. Gentenaar, Kennedy, Aissati, Schilder. All. Van Basten.
Fiorentina (4-3-3): Frey, Zauri (43' st Jovetic), Gamberini, Kroldrup, Pasqual; Donadel (27' st Almiron), Felipe Melo, Montolivo; Semioli (23' st Jorgensen), Gilardino, Mutu. A disp. Storari, Dainelli, Vargas, Kuzmanovic. All. Prandelli.
Arbitro: Johansson (Sve).
Marcatori: 16' st Gilardino (F), 43' st Leonardo (A).

Quasi perfetti. I ragazzi di Prandelli sfiorano l'impresa in terra olandese, dopo la sconfitta casalinga dell'andata, ma si arrendono al guizzo di Leonardo che impatta uno a uno a due minuti dalla fine, e consente all'Ajax di festeggiare la qualificazione. In vantaggio grazie ad un bellissimo gol di Gilardino (destro al volo, su assist di Mutu), la Fiorentina intravede la luce dei supplementari. Ma, all'88', la beffa è clamorosa all'Amsterdam Arena, uno dei templi del calcio. L'Ajax si salva grazie a Leonardo che, appena entrato, ha un impatto incredibile sul match, oltre che decisivo. Il brasiliano effettua una gran serpentina e, dopo un rimpallo favorevole, supera Frey con un rasoterra. E' la rete dell'uno a uno, che spezza le gambe e i sogni europei dei viola e regala il passaggio del turno alla squadra di Marco Van Basten.

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(video gol) Milan - Werder brema 2-2. Pizarro, bestia nera dei rossoneri. Per il Diavolo è notte fonda.


(Il vantaggio di Pirlo, su calcio di rigore)


(Azione personale di Pato che fulmina il portiere tedesco con una sventola pazzesca)


(Il Werder accorcia le distanze con il colpo di testa di Pizarro)


(Ancora Pizarro gela San Siro e sigla il due a due. Per il Milan è l'addio alla Coppa Uefa)

Milan (4-3-1-2): Dida; Favalli (32' st Jankulovski), Maldini, Senderos, Zambrotta; Ambrosini, Pirlo, Beckham; Seedorf (9' st Flamini); Inzaghi (17' st Shevchenko), Pato. In panchina: Abbiati, Kaladze, Bonera, Antonini. All. Ancelotti.
Werder Brema (4-3-1-2): Vander; Fritz, Mertesacker, Naldo, Pasanen (22' st Boenisch); Tziolis, Frings, Ozil (46' st Jensen); Diego; Almeida (17' st Rosenberg), Pizarro. In panchina: Mielitz, Prodl, Baumann, Harnik. All. Schaaf.
Arbitro: Eriksson
Marcatori: 26' Pirlo (M) su rigore, 33' Pato (M), 23' st Pizarro (W), 33' Pizarro (W).

Il Milan saluta mestamente la Coppa Uefa. A qualificarsi agli ottavi (contro il Sant'Etienne) è la squadra di Schaaf, autrice di una rimonta fantastica. In vantaggio di due reti, l'undici di Ancelotti subisce la rimonta del Werder e dice addio alla competizione europea (l'unica assente nella bacheca del club rossonero), in maniera inaspettata e clamorosa. La squadra milanista si era portata sul due a zero, parziale che sembrava rassicurante, al termine del primo tempo, grazie al rigore di Pirlo e a una prodezza di Pato (fuga solitaria e gran conclusione). Nella ripresa, invece, c'è stata la rimonta dei verdi anseatici con una doppietta di testa di Pizarro. Lui, il peruviano, è la bestia nera del Milan. E forse...il giustiziere finale di Ancelotti, sempre più lontano da Milano.
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Camoranesi ko insieme alla Juventus. Frattura alla costola per il bianconero.

(Mauro Camoranesi. Ancora un infortunio. Stagione sfortunata)
Oltre alla sconfitta, la gara col Chelsea ha portato un "nuovo vecchio" infortunato in casa Juventus. Frattura di una costola e risentimento muscolare per Mauro German Camoranesi, che non finisce i suoi tormenti e dovrà quindi osservare un periodo di riposo (alcune settimane). Una brutta tegola per Ranieri e stagione maledetta per il nostro azzurro.

Stagione sfortunata per l'oriundo bianconero. Camoranesi, che ieri ha riportato la frattura della nona costola sinistra e un risentimento muscolare, dovrà osservare alcune settimane di riposo forzato. Insomma, oltre alla sconfitta, arriva anche la beffa per Ranieri che dovrà fare a meno dell'esterno nel momento più caldo del torneo. La frattura, rimediata in uno scontro di gioco nel primo tempo contro il Chelsea e' stata accertata grazie a una radiografia. Per Camoranesi si tratta del settimo infortunio nella stessa stagione e della seconda frattura dopo quella alla clavicola di due mesi fa.
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Champions. Un pareggio e due sconfitte. Inghilterra meglio dell'Italia. Ma le sfide durano 180 minuti...

I dati sono eloquenti. Un pareggio e due sconfitte, nell'andata degli ottavi di Champions, che hanno coinvolto le italiane. Ma soprattutto, zero gol fatti e due subiti. Insomma, la prima parte del triplo derby italo-inglese sorride all'Inghilterra, ma il furore italico, represso in questi novanta minuti, avrà ancora modo di scatenarsi. Le sfide durano 180 minuti (e forse anche più).

Van Persie e Drogba. I giustizieri di Roma e Juventus, nell'andata degli ottavi della Champions League, che saranno costrette alla rimonta, nei due Olimpici, quello di Roma e quello di Torino. L'Inter invece ringrazia i santi e Julio Cesar se la gara è finita con uno zero a zero che lascia intatte le speranze di qualificazione. Ma comunque, Mourinho e i suoi dovranno segnare nella bolgia dell'Old Trafford. Insomma, i primi novanta minuti delle tre sfide tra i nostri colori e quelli inglesi ci regalano un bilancio nettamente in passivo. I giallorossi regalano una prestazione abbastanza deludente all'Emirates e tornano a casa con un passivo, minimo, che lascia ancora la possibilità di ribaltare la situazione, ma sicuramente non giocando in quella maniera che tutti noi abbiamo osservato. la Juventus, invece, perde per una disattenzione difensiva e, anche se ha sfiorato il pareggio, ha trovato molte difficoltà. E se Amauri e Del Piero fanno cilecca è difficile sperare nel passaggio del turno. L'Inter, di difficoltà ne ha trovate moltissime, soprattutto nella prima parte di gara, nella quale il Manchester ha assolutamente dominato. Con un portiere così è naturale avere fiducia, ma non potrà sempre fare miracoli no?. Insomma, i primi novanta minuti sono ad appannaggio della terra britannica. Sono realmente i più forti? Aspettiamo il ritorno e lo sapremo. Speranzosi.
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Coppa Uefa. Il Metalist fa fuori una Samp rimaneggiata.

La Sampdoria esce sconfitta anche dal ritorno dei sedicesimi, in casa degli ucraini, per due a zero, ed abbandona la Coppa Uefa. Priva di molti giocatori, fondamentali per lo scacchiere di Walter Mazzarri (Cassano e Pazzini su tutti), la compagine blucerchiata parte bene ma si sgonfia subito e subisce le iniziative del Metalist che vola meritatamente negli ottavi.

Metalist (4-5-1): Goryainov; Maidana, Obradovic, Gueye, Gancarczyk; Valyayev, Sliusar, Edmar, Rykun (58' Devic), Oliynyk (86' Berezovchuk); Jaja (78' Bordian). A disposizione: Bazhan, Konyushenko, Berezovchuk, Barilko, Zeze. All.: Markevich.
Sampdoria (3-5-2): Mirante; Campagnaro, Gastaldello, Da Costa; Padalino 6 (Mustacchio sv), Sammarco (64' Franceschini), Stankevicius (64' Pieri), Dessena, Ziegler; Marilungo, Bellucci. A disposizione: Castellazzi, Raggi, Ferri, Accardi. All.: Mazzarri.
Arbitro: Kircher (GER)
Marcatori: 30' Valyayev (M), 41' Jaja (M).

La Sampdoria esce mestamente dall'Europa.
Il Metalist batte la Sampdoria per due a zero nell'incontro di ritorno dei sedicesimi di finale di Coppa Uefa. Dura solo qualche minuto la voglia di rimonto di una compagine, quella di Mazzarri, scesa in campo con molte assenze. Priva di Cassano, Palombo e Pazzini, l'undici genovese, dopo un avvio incoraggiante, si e' consegnata agli ucraini, gia' vittoriosi all'andata a Marassi per uno a zero. Alla mezz'ora gol di Valyayev su azione manovrata. Al 40' raddoppio di Jaja' con un tiro da lontano che Mirante non riesce a trattenere.
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A 9 anni un giovane calciatore muore travolto dal tetto della panchina. Tragedia a Madrid.

Una vita che si spegne, a nove anni, in un modo incredibile. Siamo alla periferia di Madrid, nello stadio Recunto Ferial de las Rozas. E questo bambino, panchinaro in una gara di calcio a livello giovanile, viene colpito alla testa dal tetto della panchina che frana improvvisamente. Il trauma cranico è così forte che non c'è nulla da fare. Incredbile.

Morire giovanissimi, ma soprattutto morire in un campo di calcio...possibile? E' assurdo ma ci ritroviamo di fronte all'ennesima tragedia e, questa volta, a causare il decesso di un ragazzino che amava giocare a pallone non sono problemi di natura fisica. Ma una causa ben più grave e incredibile. Era in svolgimento una gara tra squadre giovanili e un bimbo di 9 anni, calciatore in una squadra giovanile dell'Atletico Madrid e' morto per le ferite subite per la caduta del tetto della panchina. L' incidente e' successo nello stadio Recunto Ferial de Las Rozas, alla periferia di Madrid. Il bimbo, Diego Alcala' Rivero, ha subito un trauma cranico serio e nonostante diversi interventi chirurgici non ce l'ha fatta. La Guardia Civil ha avviato un' inchiesta. Speriamo che sia fatta luce e che i responsabili di questa tragedia possano pagare le proprie colpe. Ma, purtroppo, non si potrà restituire all'affetto dei cari la cosa più bella, la vita del loro figliolo. Assurdo.
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Panucci chiede scusa a Spalletti. Nel pomeriggio conferenza stampa del difensore.

(Panucci chiede scusa a Spalletti)
Finisce il "caso Panucci"? Il giocatore, fuori rosa per per le note vicende, ha chiesto scusa al mister toscano Luciano Spalletti. Queste le prime indiscrezioni, che dovrebbero essere confermate in una conferenza stampa pomeridiana. Un passo necessario e giusto ma non era meglio farlo prima?

Colpo di scena nella vicenda che riguarda Christian Panucci. Pare, dalle ultime voci provenienti dall'ambiente giallorosso, che l'esperto difensore, attualmente fuori rosa per aver mancato di rispetto ai compagni e, soprattutto, all'allenatore (rifiutò la panchina, criticando le scelte del tecnico), abbia (finalmente) chiesto scusa a Luciano Spalletti questa mattina a Trigoria. A breve, comunque, potrebbero esserci sviluppi e secondo Sky Sport 24 si parla di una conferenza stampa nel pomeriggio da parte del difensore giallorosso. E' la fine di un caso e il ritorno, nel gruppo, di un valido difensore, e di un'importante arma in vista dell'Inter, ma soprattutto dell'Arsenal in Champions? Aspettiamo le prossime ore e ne sapremo sicuramente di più.
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Amauri risponde a Gattuso: "Non m'interessa cosa pensa su di me". Scintille nazionali.

(Amauri. S'infiamma la questione nazionale)
Le esternazioni di Gattuso non gli interessano. Amauri, nel post-partita della gara di Champions della Juventus (1 a 0 per il Chelsea, ndr), risponde in maniera chiara alle dichiarazioni del centrocampista rossonero "Ringhio" Gattuso, il quale lo accusava di ritenere l'Italia una "seconda scelta", qualora Dunga non lo volesse convocare.

La risposta non ha tardato ad arrivare. "Non me ne frega nulla di quello che pensa Gattuso su di me". Secca e piccata la risposta dell'attaccante brasiliano della Juventus. Con queste parole al veleno, Amauri, dagli spogliatoi dello Stamford Bridge, negli istanti successivi alla sconfitta europea della Juventus contro il Chelsea, ha risposto alle dichiarazioni di Rino Gattuso (”non siamo l’Azerbaigian, quindi Amauri vada con il Brasile”) che lo accusava di ritenere l'Italia una scialuppa di salvataggio nel caso in cui gli fossero chiuse, da Dunga, le porte della nazionale verdeoro.
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(highlights) Villareal - Panathinaikos 1-1. Giuseppe Rossi replica all'ex nerazzurro Karagounis.


(highlights di Villareal-Panathinaikos)

Giuseppe Rossi tiene a galla il Villareal. A "El Madrigal", L'undici di casa sfiora il gol, va sotto inaspettatamente al 14' della ripresa, ma poi recupera con il nazionale italiano. Rossi è stato uno dei protagonisti del match, con le sue accelerazioni che hanno messo spesso in crisi la retroguardia biancoverde. E proprio su una sua conclusione, sottomisura, Gavlinovic compie una strepitosa parata, intorno alla mezzora. Nella ripresa, la musica non cambia, poichè sono sempre gli spagnoli a comandare le operazioni, ma a segnare, abbastanza inaspettamente, sono i greci. Gran destro da fuori area dell'ex interista Karagounis che non lascia scampo a Diego Lopez. La gioia dei greci dura però pochi minuti. Al 67' Pires viene atterrato in area e l’arbitro assegna il calcio di rigore agli spagnoli. Rossi si incarica di battere, sinistro e Galinovic spiazzato (ma ennesima trasformazione che sarebbe da ripetere). Uno a uno e qualificazione che si deciderà nell'Ellade.
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(highlights) Sporting Lisbona - Bayern Monaco. Toni-Ribery e i tedeschi volano. Sporting strapazzato.


(highlights di Sporting Lisbona-Bayern Monaco)

Sporting Lisboa (4-4-2) - Tiago; Abel (16'st Pereirinha), Polga, Tonel, Caneira; Rochemback, Izmailov (16'st Vukcevic); Moutinho, Romagnoli; Liedson, Derlei (26'st Djalo). All.: Paulo Bento.
Bayern Munchen (4-4-2) - Resing; Oddo (26'st Lell) , Lucio (33'st VanBuyten ), Demichelis, Lham; Ribery, Ze Roberto, Van Bommel, Schweinsteiger(26'st Haltintop); Klose, Toni. All.: Klinsmann.
MARCATORI: 42'pt,17'st Ribery, 17'st Ribery, 39'st, 44'st Toni (B).

Al José Alvalade di Lisbona, il Bayern fa a pezzi i sogni europei dello Sporting. Devastante Ribery (2 gol e 2 assist per l'ex viola Toni), implacabile l'ex viola Luca Toni, che di testa e poi su ribattuta del portiere (sulla sua prima conclusione) sigla una doppietta. Di Klose il quinto sigillo di una gara che ha avuto storia solo nei primi minuti. Dopo qualche piccola fiammata lusitana, infatti, il Bayern prende possesso della trequarti avversaria e fa male alla squadra di Paulo Bento. È Ribery a mettere paura, ma poi il francese passa ai fatti proprio prima di tornare negli spogliatoi: al 42', l'attaccante parte in contropiede e brucia Tiago con un rasoterra. Nella ripresa, al 12' arriva il raddoppio della squadra di Klinsmann, e c'è tanta Italia nella circostanza: cross di Oddo, sfiora Toni di testa e Klose (in fuorigioco) insacca da pochi passi. C'è solo il Bayern in campo, e dilaga. Al 19', uno strepitoso Ribery trasforma un calcio di rigore assegnato per fallo di Rochemback su Lahm. E nel finale tra l'84' e l'89 arriva anche la doppietta personale di Toni, servito in entrambe le occasioni da Ribery. Il ritorno, dunque, sarà solo una formalità.

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(highlights) Real Madrid - Liverpool 0-1. Benaryoun gela il Bernabeu. Qualificazione ad un passo per l'undici di Benitez.


(highlights di Real Madrid-Liverpool)

REAL MADRID: Casillas, Ramos, Pepe, Cannavaro, Heinze, Robben, Diarra, Gago, Marcelo (1'st Guti), Raul, Higuain. A disp.: Dudek, Metzelder, Saviola, Van der Vaart, Sneijder, M. Torres. All.: Juande Ramos.
LIVERPOOL: Reina, Arbeloa, Carragher, Skrtel, Benaryoun, Mascherano, Xabi Alonso, Riera (16'st Babel), Torres (45'st Lucas, Kuijt (43'st Gerrard). A disp.: Hyyppia, Dossena, N'Gog, Cavalieri. All.: Rafa Benitez.
ARBITRO: Rosetti (Torino-Italia).
MARCATORE: 37'st Benaryoun (L).

Bernabeu gelato. A pochi minuti dalla fine, cala il buio sul Real Madrid e su uno dei palcoscenici più belli dell'europa calcistica. Minuto 37: Punizione di Fabio Aurelio dall'out di destra, Benaryoun stacca di testa e trafigge Casillas. E' il gol che decide il match a favore dell'undici di rafa Benitez, e probabilmente anche il discorso qualificazione. A Raul e compagni ora spetta un compiuto proibitivo, un'impresa che, se realizzata, potrebbe davvero cambiare il volto di una stagione davvero tormentata.
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(highlights) Chelsea - Juventus 1-0. Il lampo di Drogba e la Juve va ko. Ranieri: "Siamo fiduciosi".


(il lampo di Didier drogba, che decide il match a favore dei londinesi)

CHELSEA: Cech, Bosingwa, Cole A., Alex, Terry, Lampard, Mikel, Ballack (25'st Mancienne), Drogba, Anelka, Anelka, Kalou (27'st Malouda). All.: Hiddink.
JUVENTUS: Buffon, Mellberg, Molinaro, Legrottaglie, Chiellini, Camoranesi (7'st Marchionni), Tiago (17'st Marchisio), Sissoko (40'st Trezeguet), Nedved, Del Piero, Amauri. All.: Ranieri.
ARBITRO: Benquerença(Por).
MARCATORI: 12'pt Drogba (C).

Didier Drogba colpisce, al 12' del primo tempo, e il Chelsea piega i bianconeri per uno a zero il match di andata contro i bianconeri. Venti minuti, quelli iniziali, in balia degli avversari, poi con costanza gli uomini di Ranieri sono usciti dal guscio e si sono resi pericolosi dalle parti di Cech. Un possibile rigore, per una goffa uscita del portiere inglese su Amauri, e la conclusione finale di Nedved, deviata, che aveva dato l'illusione del gol. Queste le occasioni che si ricordano maggiormente, in una serata nella quale il brasiliano è stato autore di pochi guizzi, e Del Piero si è battuto come sempre ma senza trovare lo spunto vincente. Difesa concentrata e attenta, meno che in quell'occasione, nella quale sale male e viene bucata sul filo del fuorigioco. i Blues ne approfittano per piazzare il colpo mortale, con il loro forte centravanti ivoriano. C'è comunque fiducia, in vista del ritorno a Torino e le parole di Ranieri convergono in tal senso: "Siamo fiduciosi in vista del ritorno anche se siamo consapevoli che dovremo fare una gara perfetta e correre più di loro. Non sono contento del fatto che non siamo riusciti a segnare, avrei preferito giocare peggio ma farne almeno uno. A Torino dovremo attaccare, ma stando sempre attenti a non subirne. Mentre rientravamo negli spogliatoi, i ragazzi mi sono sembrati convinti delle nostre possibilità e questo mi fa ben sperare".
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Balbo torna a Treviso. Il presidente Setten: "Abel mi ha capito".

Una telenovela. Dapprima l'arrivo, poi le brusche e inaspettate dimissioni dopo "dieci minuti" di allenamento. Ora il ritorno e la soap trevigiana sembra concludersi per il meglio. Il presidente Setten ha avuto un chiarimento con Abel Balbo e conferma che sarà lui il timoniere del Treviso.

Una storia, quella dell'argentino a Treviso, che era partita bene, si era incasinata cammin facendo, aveva subito un tracollo clamoroso (addio dell'attaccante dopo neanche dieci minuti di allenamento) e che ora riparte. Quasi come un motore che s'ingolfa e improvvisamente riparte a girare. Abel Balbo sara' l'allenatore del Treviso: l'argentino era andato via nel pomeriggio, ma il presidente Ettore Setten lo ha convocato per poter avere un chiarimento. Dopo un colloquio tra i due, Setten ha riferito ai giornalisti: "Balbo mi ha capito e con lui e' rientrato anche il ds Giuseppe Cannella. Possiamo andare avanti".
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Ranieri contro il suo passato, guardando al futuro: "Loro favoriti ma noi ci proveremo".

Claudio Ranieri sfida il suo passato. Il Chelsea, un grande amore per il tecnico romano. L'ambiente, i giocatori, lo Stamford Bridge, tre motivi per i quali il mister bianconero proverà grande emozione, nel momento in cui calcherà, da avversario, il prato dell'impianto londinese. Ma ora è tempo di dare un calcio al passato e continuare a credere nel sogno Champions con la sua Juventus. Stasera la compagine bianconera si giocherà i primi novanta minuti di un'importante doppia sfida europea contro i Blues di Guus Hiddink. Sarà difficile, ma Ranieri è sicuro: "loro sono i favoriti ma noi ci proveremo".

Sono ventuno i convocati da Ranieri per la trasferta di Londra, contro il Chelsea, nell'andata degli ottavi di Champions. Si tratta del gruppo di Palermo con l'aggiunta di Salihamidzic, alla prima chiamata del 2009. Migliorano le condizioni di Zebina e Knezevic, che comunque non sono ancora aggregati al gruppo. Nell'elenco infortunati restano solo De Ceglie e Zanetti.

LE PROBABILI FORMAZIONI
CHELSEA (4-3-2-1): 1 Cech; 17 Bosingwa, 33 Alex, 23 Terry, 3 A. Cole; 13 Ballack, 12 Mikel, 8 Lampard; 21 Kalou, 39 Anelka; Drogba. A disp. 30 Taylor, 35 Belletti, 6 Carvalho, 15 Malouda, 20 Deco, 10 J. Cole, 9 Di Santo. All. Hiddink.
JUVENTUS (4-4-2): 1 Buffon; 21 Grygera, 33 Legrottaglie, 3 Chiellini, 28 Molinaro; 8 Camoranesi, 22 Sissoko, 30 Tiago, 11 Nedved; 10 Del Piero, 8 Amauri. A disp. 13 Manninger, 4 Mellberg, 18 Poulsen, 19 Marchisio, 32 Marchionni, 17 Trezeguet, 9 Iaquinta. All. Ranieri.
Arbitro: Benquerenca (Por).
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"Non ci sono le condizioni per restare, scusate ma ho fatto una pessima figura". Clamorose dimissioni di Balbo, appena arrivato al Treviso.

Balbo ed il Treviso. Un amore durato dieci minuti. Neanche il tempo d'iniziare che è già finita. Clamorose arrivano le dimissioni dell'ex attaccante argentino, scelto come tecnico del Treviso e presentato ieri nella conferenza stampa. Nel primo pomeriggio di oggi, dopo poco dall'inizio dell'allenamento, il cannoniere sudamericano ha confermato il suo improvviso addio e se ne è andato: "Non ci sono le condizioni per restare, scusate ma ho fatto una pessima figura". Alla base divergenze con la società. Incredibile.

Sembrava l'inizio di una bella avventura. Invece, improvvise, e inaspettate, arrivano, dopo neanche 24 ore, le dimissioni. Abel Balbo dice addio al Treviso: "Non è vero che lo spogliatoio non mi ha voluto. Io ero a conoscenza della situazione al Treviso, ma sinceramente non fino in fondo. Scusate ma me ne vado". E a confermare le parole dell'ormai ex tecnico, c'è il capitano del Treviso Riccardo Gissi, il quale ha escluso che ci siano stati contrasti tra il nuovo allenatore e la squadra. "Ieri non abbiamo potuto allenarci - ha indicato il giocatore - perchè mancava lo staff medico ma oggi eravamo in campo". Oltre al tecnico, che era stato chiamato a sostituire l'esonerato Luca Gotti, se ne va anche del direttore sportivo Giuseppe Cannella. In questo momento il Treviso non ha un allenatore da far sedere in panchina sabato in occasione del match contro il Sassuolo, tant'è che l'allenamento è stato condotto dal preparatore atletico. Tutto è maturato nel primo pomeriggio di mercoledì al campo di Lancenigo. Balbo si è presentato amareggiato. Da parte sua il ds Cannella ha così giustificato il suo addio: "Avevo puntato su Balbo, la mia idea non è stata accettata, quindi mi dimetto". La situazione finanziaria del Treviso sarebbe sull'orlo del crac, con un buco riconosciuto dal presidente Ettore Setten, di circa 10 milioni di euro. Insomma, tutto finisce in un attimo. Ma speriamo che questi accadimenti non macchino la sua carriera e la voglia di riprovarci. Ci vuole una prova d'appello...forza Abel.
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Gattuso, il difensore del patrottismo: "Amauri vada col Brasile".

E' tra quelli che non vuole che il campione juventino vesta la maglia della nazionale italiana. "Ringhio" Gattuso si schiera dalla parte di coloro che chiudono la porta dell'Italia al centravanti bianconero Amauri.

Amauri vada col Brasile e non cerchi gloria con l'Italia. Il "niet", arriva dalla bocca del gladiatorio Gennaro Gattuso, guerriero del centrocampo rossonero. Parte del popolo azzurro già vola, pindaricamente, sognando un Amauri con la maglia della Nazionale italiana, ma c'è, al contrario, chi inizia a stancarsi della telenovela che imperversa sui media ormai da tempo (troppo, a mio avviso). In rappresentanza di questo pensiero, Gennaro Gattuso chiude la porta azzurra al campione della Juventus. "Ha gestito male la vicenda - commenta il centrocampista del Milan - noi siamo l'Italia e il nostro calcio non ha nulla da invidiare a nessuno". Dichiarazioni importanti, patriottiche, quelle di Gattuso, che, sottolineando come "l'Italia calcistica non sia la Finlandia o l'Azerbaigian", con tutto il rispetto, naturalmente, per le due nazionali, si mostra contrario all'ipotesi che il forte attaccante vesta la maglia azzurra. "E' giusto che Amauri giochi per il Brasile", questa la conclusione alla quale arriva il grintoso e carismatico calciatore rossonero.
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"A Manchester sarà come una finale". Moratti fiducioso sulla qualificazione della sua Inter.

All'indomani del pareggio casalingo rimediato dalla sua Inter contro il Manchester United, nell'andata degli ottavi di finale di Champions, arriva il commento di Massimo Moratti. Il patron interista è fiducioso, in vista del ritorno nella bolgia dell'Old Trafford.

Ieri sera, ha spaventato la forza e la personalità di un Manchester che, soprattutto nella prima parte di gara, ha chiuso la formazione nerazzurra nella propria metà campo. Ci è voluto un grande Julio Cesar per evitare guai maggiori. E, alla fine, lo zero a zero, nonostante una ripresa migliore, è stato accolto come una manna dal cielo da Mourinho &co. Ma Moratti non è preoccupato dallo zero a zero di San Siro. I quarti si conquistano in 180 minuti e il presidente interista ha piena fiducia nei calciatori e in Mourinho. Ce ne sono ancora novanta a disposizione e il massimo dirigente nerazzurro non considera l'Old Trafford un tabù. "Sono abbastanza fiducioso, direi di sì - riferisce, il giorno dopo, a mente fredda -. Ritengo che in Coppa dei Campioni sia importantissimo riuscire a non prendere gol nelle partite casalinghe, come è importantissimo fare gol in trasferta. Immagino che gli inglesi siano molto dispiaciuti per non aver segnato. Noi siamo felici di questo, cioè di poter andare lì e giocare una partita che sarà, veramente, come una finale, per poi presentarci ai quarti". Piena fiducia, dunque, in Mourinho e nei giocatori. Ora l'obiettivo è dare il massimo nella tana degli inglesi. sarà difficile, contro Cristiano Ronaldo e i suoi compagni, ma l'Inter e il suo presidente sono pronti.
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(video dei gol) Atletico Madrid - Porto 2-2. Un pari che va bene ai portoghesi. Lisandro Lopez rimedia alla papera di Helton.


(il vantaggio dei Colchoneros con Maxi Rodriguez)


(Lisandro pareggi i conti, al 22', per i portoghesi)


(Ancora spagnoli avanti, con Diego Forlan, ma topica clamorosa del portiere Helton)


(Sempre Lisandro, scatenato, regala un favoloso due a due alla sua squadra)

ATLETICO MADRID: Franco; Seitaridis, Pablo, Ujfalusi, A.Lopez; M.Rodriguez (80'Miguel De las Cuevas), Assuncao, Raul Garcia (67'Maniche), Simao; Forlan, Aguero (56'Pongolle).
PORTO: Helton; Sapunaru, Rolando, Bruno Alves, Cissokho; Lucho, Fernando, Raul Meireles (92'Tomas Costa); Lisandro (90'Tarik), Hulk, Rodriguez.
ARBITRO: Webb (England).
MARCATORI: 3'M.Rodriguez (AM), 22'Lisandro (P), 45'Forlan (AM), 72'Lisandro (P).

Atletico Madrid in vantaggio per ben due volte si fa recuperare da una doppietta di Lisandro Lopez, nel derby iberico, valido per l'andata degli ottavi di Champions. Un due a due che premia la grinta e la determinazione de portoghesi i quali tornano a casa con un ottimo risultato in vista del match di ritorno. Allo stadio "Vicente Calderon" di Madrid, è un Porto subito aggrassivo ed al 2’ Franco si salva sulla conclusione ravvicinata di Rodriguez. Reagiscono però gli spagnoli ed al 4' Aguero serve uno strepitoso assist in area per Maxi Rodriguez che batte di destro e fulmina Helton. Al 22' una disattenzione della difesa spagnola favorisce Lisandro che a tu per tu con Franco non sbaglia e di sinistro sigla il pari. Poco dopo va vicino al raddoppio ancora Lisandro ma da due passi il portiere spagnolo respinge in corner. L’Atletico appare in netta difficoltà ma i portoghesi non riescono ad approfittarne: provvidenziale nel finale del primo tempo il salvataggio al limite dell'area spagnola di Ibanez su Lisandro. Nel recupero, però, topica clamorosa di Helton sul destro di Forlan regala il nuovo vantaggio agli spagnoli che chiudono la prima frazione sul due a uno (abbastanza immeritato). Nella ripresa la musica non cambia e, nonostante lo svantaggio, è ancora il Porto a condurre il gioco. Al 54’ Lisandro, ottimamente pescato in area, si mangia il gol del pareggio spedendo alle stelle da due passi. Gli sforzi offensivi dei portoghesi vengono premiati al 72’ con Lisandro che di destro, su assist dalla sinistra, batte nuovamente Franco firmando la sua personale doppietta e riportando il risultato sulla meritata parità.
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(Video dei gol) Lione - Barcellona 1-1. Magia di Juninho, poi il francese Henry regala il pari al Barca.


(il momentaneo vantaggio dei francesi con la punizione di Juninho)


(un francese punisce il Lione. Henry sigla l'uno a uno)

Olympique Lione (4-3-2-1): Lloris; Mensah, Chris, Boumsong, Grosso; Makoun, Toulalan, Juninho (79′ Kallstrom); Keita (88′ Pjanic), Ederson 6 (64′ Delgado); Benzema. All.: C.Puel.
F.C. Barcellona (4-3-2-1): Valdes; D.Alves, Pique, Marquez, Puyol; Xavi, Tourè, Busquets (76′ S.Keita); Messi, Henry; Eto’o. All.: J. Guardiola.
Marcatori: 7′ Juninho (L), 67′ Henry (B)

Nell'andata degli ottavi di Champions, a Lione i campioni di Francia mettono sotto il Barcellona di Messi, dominatore della liga, trovando anche il vantaggio con la punizione di Juninho, ma poi un  connazionale punisce la squadra francese. Thierry Henry, in tuffo, da pochi metri mette la sua firma prestigiosa sull'uno a uno. Il pareggio del 'francese' Henry, giunto dopo il palo clamoroso colpito da Eto'o, consente ai catalani di affrontare da favoriti il ritorno in Spagna, ma il Barcellona ha sofferto, e non poco, contro un Lione scatenato soprattutto nel primo tempo.
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(highlights) Inter - Manchester United 0-0. Finisce a reti bianche. Va di lusso all'Inter salvata da un grande Julio Cesar.


(highlights di Inter-Manchester United)

Inter (4-3-1-2): Julio Cesar; Maicon, Rivas (1' st Cordoba), Chivu, Santon; Zanetti, Cambiasso, Muntari (31' st Cruz); Stankovic; Adriano (31' st Balotelli), Ibrahimovic. All. Mourinho (A disposizione: Toldo, Maxwell, Figo, Burdisso).
Manchester United (4-4-1-1): Van der Sar; O'Shea, Evans, Ferdinand, Evra; Cristiano Ronaldo, Carrick, Fletcher, Park (39' st Rooney sv); Giggs; Berbatov. All. Ferguson (A disposizione: Foster, Nani, Scholes, Fabio, Gibson, Tevez).
Arbitro: Medina Cantalejo (Spa).

Un'Inter timida ed impaurita, almeno per un tempo, strappa il miglior risultato e qualificazione ancora tutta da decidere. Finisce zero a zero ma va di lusso alla compagine nerazzurra contro i Red Devils, che nel primo tempo soprattutto hanno fatto davvero paura. Nei primi 45 minuti, infatti, il Manchester United comanda il gioco e se non segna è solo perchè di fronte si trova uno strepitoso Julio Cesar. Dopo cinque minuti, il portierone brasiliano si tuffa sull'incornata di Ronaldo, dopo ventisei ci mette la faccia sulla conclusione di Giggs. Il Pallone d'Oro, punge a destra ed è sempre nel cuore del gioco, Ibrahimovic ed Adriano non si vedono. L'Inter si coccola lo 0-0 e lo porta negli spogliatoi consapevole di dover custodire quel pareggio. Nella ripresa, la formazione di Mourinho entra in campo più determinata e senza il deludente Rivas (senza dubbio scelta sbagliata averlo preferito al più esperto Materazzi) che viene sostituito dal tecnico portoghese con Cordoba. Ma quel che i nerazzurri producono sono occasioni spizzicate o smussate da stop sbagliati e piedi poco delicati. Nel finale, entrano anche Balotelli e Cruz, ma il risultato non cambia. E crediamo che Mourinho, in cuor suo, sia davvero contento di come è andata. Tutto da decidere ancora, ritorno all'Old Trafford, nella bolgia inglese.
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(highlights) Arsenal - Roma 1-0. Van Persie manda ko una brutta Roma.


(il fallo di Mexes su Van Persie e la trasformazione dell'olandese, che ha messo ko la Roma)

Arsenal (4-4-2): Almunia; Sagna, Touré, Gallas, Clichy; Eboué (37' st Ramsey), Diaby (17' st Song), Denilson, Nasri; Bendtner (22' st Vela), Van Persie. A disp. Fabianski, Djourou, Gibbs, Merida. All. Wenger
Roma (4-3-1-2): Doni; Motta, Mexes, Loria (26' st Diamoutene), Riise; Taddei, De Rossi, Brighi (12' st Pizarro); Perrotta; Totti, Baptista (37' st Vucinic). A disp. Artur, Tonetto, Filipe, Montella. All.Spalletti
Arbitro: Claus Bo Larsen (Danimarca)
Marcatori: 37' pt Van Persie (A, rig)
Ammoniti: Mexes (R), Brighi (R), De Rossi (R), Touré (A), Nasri (A)


Si può essere contenti di una sconfitta? Direi di si, vista la Roma di questa sera. Si aspetta per mesi una sfida così importante come quella europea con l'Arsenal, dalla quale dipende qualificazione ed entrate importanti, e poi si gioca in questo modo. Brutta, confusionaria, distratta in difesa, la Roma di Spalletti. Loria ha regalato l'nnesima prestazione negativa (rischiando anche di provocare il raddoppio degli inglesi), ma anche altri giallorossi hanno deluso, a partire da Francesco Totti, poco o nulla nel vivo dell'azione, mai un passaggio dei suoi, nè una conclusione verso la porta difesa da Almunia. Per non parlare dei brasiliani, con Baptista e Taddei in serata no. A salvarsi è stato Motta, autore di una buona partita e dell'unica vera conclusione romanista, sulla quale è stato strepitoso il portiere spagnolo dell'Arsenal. L'Inghilterra si conferma, quindi, terra di sofferenze per i giallorossi, sconfitti uno a zero all'Emirates Stadium dall'Arsenal nell'andata degli ottavi di Champions League. Rete decisiva di Van Persie al 37', su calcio di rigore, concesso per intervento falloso di Mexes sull'olandese. La Roma prova a reagire, ad inizio ripresa, ma l'ardore capitolino si spegne ben presto e l'Arsenal sfiora il raddoppio in più di un'occasione. Fortuna vuole che la gara resta sul punteggio minimo, e qualificazione ancora tutta da giocare. Servirà, però, un'altra Roma, nel ritorno, che si disputerà l'11 marzo all'Olimpico. E mancherà De Rossi, ammonito (era diffidato). Assenza pesante, speriamo non sarà assente la Roma, come questa sera.
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Roma Arsenal ad un passo. Totti sarà in campo. In difesa, Loria al posto di Juan.

Francesco Totti sarà in campo. L'ultimo provino sostenuto ha dato esito positivo e, quindi, il capitano giallorosso sarà, fin dall'inizio, protagonista del match; al suo fianco ci sarà la "bestia" Baptista. In difesa, invece spazio a Loria (Juan non ce l'ha fatta), che farà coppia con Mexes. Queste le ultime notizie a pochi minuti dall'ingresso dei giocatori sul prato dell'Emirates Stadium di Londra.

Ecco le formazioni. Totti sarà regolarmente in campo, e con lui Baptista a far male alla difesa inglese. Per il resto, Spalletti ha scelto questa formazione: Doni; Motta, Mexes, Loria, Riise; Taddei, De Rossi, Brighi; Perrotta; Totti, Baptista. Il mister dell'Arsenal, Wenger, invece, recupera all'ultimo Diaby e, in avanti, complice l'assenza di Adebayor, schiera il roccioso Bendtner con il talentuoso olandese Van Persie . Ecco la formazione inglese: Arsenal (4-4-2): Almunia; Sagna, Touré, Gallas, Clichy; Ebouè, Diaby, Denilson, Nasri; Bendtner, Van Persie. A disposizione: Fabianski, Djourou, Song, Gibbs, Vela, Merida, Murphy. All. Wenger. L'arbitro sarà il danese Claus Bo Larsen.
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