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Walter Zenga aspetta il suo passato e pensa al presente: "Catania, fai l'impresa"

                          Walter Zenga, allenatore del Catania


L'Inter e Walter Zenga, un amore che non finirà mai (e durato, a livello sportivo, dal 1982 al 1994, con 328 partite ufficiali disputate dal portiere, cresciuto anche come calciatore proprio nel vivaio nerazzurro), Nel suo cuore ci saranno sempre i colori del biscione, ma gli anni passano, le situazioni cambiano e l'ex portiere, una volta bandiera interista, durante la sua grande carriera da giocatore, ora ha intrapreso quella di tecnico e sta muovendo i primi passi da allenatore, con buoni risultati, nella società siciliana del Catania. Ora è il "Massimino" il suo stadio e, domani sera, nel turno infrasettimanale della Serie A, il campo etneo ospiterà proprio l'Inter, guidata oggi dal focoso Josè Mourinho (che, ricordiamo, sarà in tribuna per squalifica). Zenga è carico, pronto come non mai per l'importante sfida di campionato contro i nerazzurri e si augura che la partita, scaldata già a parole dall'Ad dei siciliani, Lo Monaco, possa regalare grandi soddisfazioni alla società e ai tifosi: "I favori del pronostico sono tutti per loro. Se riusciremo a fare l'impresa, sarà una grande festa per tutta la città". E' l'augurio di tutto l'ambiente catanese che vuole riscattare la sconfitta dell'andata, rimasta "sul gozzo" ai siciliani, soprattutto per le decisioni arbitrali (tra queste larete in fuorigioco dell'argentino Cambiasso). E proprio su tale aspetto si sofferma il tecnico siciliano: "Fu una partita strana, equilibrata per almeno 80 minuti, risolta da due autoreti singolari, la seconda delle quali quanto meno dubbia perchè la palla probabilmente non era entrata. E' passato comunque molto tempo, dobbiamo pensare al presente". Giusto. E il presente è l'Inter e una sfida che si annuncia avvincente e ricca di tensione ed emozioni. L'unica speranza, credo di tutti, sportivi e non, è che la gara sia decisa solamente da giocate dei protagonisti e non dal protagonismo ed errori di arbitro ed assistenti.
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Mourinho convoca "Super Mario", lui risponde con un secco "No". Il caso Balotelli continua a tormentare l'Inter

                  Mario Balotelli autore del grande No

Il club nerazzurro ha giustificato l'ennesima assenza di MARIO BALOTELLI dalla lista dei convocati, diramata nel pomeriggio da Josè Mourinho, adducendo "motivi disciplinari", ma in realtà un altro gustoso retroscena arricchisce la vicenda, ormai diventata una vera e propria soap opera, riguardante il giovane attaccante di colore. Infatti, sembra che Mourinho fosse intenzionato a reintegrarlo in squadra per la trasferta di Catania, dopo l'esclusione 'per scelta tecnica' decisa in occasione del match disputato al Meazza, la domenica appena trascorsa, contro la Sampdoria. Sarebbe stato lo stesso Balotelli, clamorosamente, a rifiutare la convocazione per l'insidioso match infrasettimanale in terra etnea. Siamo, dunque, di fronte all'ulteriore atto di uno strappo, ormai insanabile, tra il calciatore e il suo mister. Secondo le fonti a nostra disposizione, il "ribelle" avrebbe, una volta appresa la notizia della convocazione, espresso con fermezza il proprio "niet" e si sarebbe allontanato dalla Pinetina, per tornarsene a casa. Successivamente, la società ha chiuso questo episodio con la giustificazione, riportata in precedenza, dei motivi disciplinari. Troppe giustificazioni, troppe chiacchiere, ormai è chiara la volontà dell'attaccante di andare a giocare altrove e soprattutto lontano da un tecnico con il quale non riesce ad instaurare un qualsiasi tipo di rapporto. E, per il bene dell'Inter, e del calciatore è ora che si giunga ad una soluzione. Ma, da Appiano Gentile, rimbalzano sempre le solite voci. Infatti, dopo aver chiuso l'ennesima bizza del giovane attaccante con i motivi sopraindicati, la società interista ha, ancora una volta, escluso la sua cessione: "L'unica cosa che posso dire a nome della società è che Mario è un giocatore dell'Inter e rimarrà all'Inter, non è sul mercato", ha detto BEPPE BARESI nella conferenza stampa che precede, come al solito, la gara di campionato. Ma, allora, è giusto forzare un calciatore a rimanere, scontento, e utilizzato praticamente col contagocce o è meglio cederlo in prestito, farlo maturare, e riaverlo migliore per la prossima stagione?
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"Il rispetto lo conosce solo dandogli la maglia da titolare". Spalletti replica così a Christian Panucci, non convocato per la sfida con il Palermo. Vicino l'addio?

Dopo la bella vittoria in casa del Napoli, domani sera è già nuovamente tempo di scendere in campo. Nel turno infrasettimanale della Serie A, arriva all'Olimpico il Palermo di Ballardini, squadra in forma e reduce da tre vittorie consecutive, compresa quella ottenuta per 3 a 2 contro l'Udinese. Un avversario ostico, insidioso (anche se mancherà il talentuoso Miccoli) e Spalletti cerca di mantenere alta la tensione per evitare brutte sorprese. L'immediato obiettivo, costituito dal raggiungimento del quarto posto, ultima piazza Champions, è dietro l'angolo, distante solo due punti, quelli che dividono i giallorossi dal sorprendete Genoa di Gasperini. La notizia positiva è il rientro, dal primo minuto, del capitano FRANCESCO TOTTI che giocherà dall'inizio, ma nelle ultime ore tiene banco il caso PANUCCI. Infatti, l'esperto difensore genovese non è stato convocato per la sfida contro il Palermo. A dichiararlo è lo stesso Luciano Spalletti che, alla domanda se il difensore resta o andrà via risponde: "Questo non lo so, devo prendere atto della volontà del calciatore di non volere essere a disposizione. Io sono uno aperto a qualsiasi tipo di dialogo, ma solo con tutti quelli che lo vogliono". La questione nasce dall'esclusione, domenica al San Paolo, del difensore dall'undici titolare. Il giocatore non ha accettato di andare in panchina e, inevitabilmente, il tecnico giallorosso lo ha spedito in tribuna. Poi, a fine partita, le accuse di Panucci, di "non essere considerato" al suo allenatore. Oggi, rispondendo ai giornalisti in conferenza stampa, c'è stata la replica alle accuse di Panucci: "Christian il rispetto lo riconosce solo dandogli la maglia da titolare sempre, sennò lui non riconosce il rispetto. Mi sembra di essere stato sempre molto aperto a qualsiasi tipo di dialogo. Per me personalità vuol dire accettare una decisione dell'allenatore e lavorare in modo corretto in modo da farlo ricredere per l'esclusione decisa. Il rispetto lui lo ha tolto a me, non accettando la mia decisione, e soprattutto alla squadra, in un momento così importante, non accettando una panchina dove erano seduti Totti, Aquilani e Perrotta". Dichiarazioni gravi ma pienamente condivisibili. Da un giocatore della sua esperienza non ci saremmo mai aspettati un comportamento di questo tipo, soprattutto alla luce della grande professionalità ed attaccamento alla maglia che ha mostrato da sempre e del fatto che, già da tempo, si parlava di un futuro da dirigente per il 36enne difensore giallorosso, una volta appesi gli scarpini al chiodo. Ora, invece, lo strappo si è aperto, e la mancata convocazione di domani sera è la conferma del fatto che sarà davvero difficile ricucirlo, tanto che già si profila un addio del calciatore. E' stata una mancanza di rispetto grave, quella di Panucci, sia nei confronti del tecnico, sia verso i compagni di squadra, non meno importanti nello schacchiere romanista, che erano seduti in panchina. Rispetto è accettare le scelte del tecnico, rispetto non è quello mostrato dal difensore. Spalletti, siamo con te.
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Clima, infortuni, squalifiche e il gol di Cambiasso in fuorigioco. Mourinho nei guai, ma torna Ibracadabra

               Josè Mourinho chiede una gara "di testa" ai suoi ragazzi

Quattro i tipi di problemi che si trova ad affrontare Mourinho, squalificato e quindi in tribuna al Massimino, nella trasferta in terra catanese. Il clima, reso infuocato dalle dichiarazioni di Lo Monaco, i tanti calciatori interisti out per infortunio, la squalifica di Adriano e il precedente dello scorso anno con i catanesi (con tutte le polemiche nate dalla rete di Cambiasso, segnata in fuorigioco ma convalidata). Per il tecnico portoghese una trasferta ricca d'insidie, ma una certezza importante, torna ZLATAN IBRAHIMOVIC.


INFORTUNI: In vista della partita di domani sera, il problema più grande per Mou è costituito dall'assenza di pedine importanti, che costringeranno il tecnico lusitano ad inventarsi la difesa. Infatti, saranno costretti al forfait SAMUEL (risentimento alla gamba destra), MATERAZZI (stiramento al retto femorale della gamba sinistra), CHIVU (risentimento agli adduttori della gamba destra), BURDISSO e MAXWELL (influenzati e quindi in dubbio per la gara del Massimino).

SQUALIFICHE: Come abbiamo visto, il pugno nello stomaco di Gastaldello, rifilato durante la gara con la Sampdoria da Adriano è costato al brasiliano tre giornate di squalifica . In attesa di sapere se il ricorso presentato dal club nerazzurro verrà accolto o meno, per tre turni, quindi, Mourinho non avrà a dispozione l'attaccante brasiliano, proprio nel momento della rinascita. Lo stesso Mourinho non potrà essere al suo posto, in panchina, e sarà costretto ad assistere al match dalla tribuna.

PRECEDENTI: Gianluca Rocchi ha un grande fardello sulle spalle. La responsabilità di arbitrare un match che si preannuncia infuocato. In Sicilia, infatti, non hanno ancora dimenticato il gol (in fuorigioco) realizzato da Cambiasso lo scorso anno. E le recenti polemiche per gli arbitraggi, in questo senso, non aiuteranno certo il direttore di gara, nell'arbitraggio di un match davvero "a rischio".

CLIMA: Ecco un altro fattore importante. Vi ricordate Catania-Roma? Bene, quel match che fece tanto discutere, sarà niente in confronto alla gara di domani sera. A metterci il carico, in vista della partita con i nerazzurri, ci ha pensato l'ad catanese Lo Monaco . "Tutta Catania sarà contro l'Inter" ha dichiarato a pochi mesi di distanza da quel "a Mourinho darei bastonate fra i denti" che fece tanto discutere e che provocò anche la risposta sarcastica del mister portoghese.
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