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L'insaziabile Seedorf: "Vinco la mia quinta Champions e poi smetto"

(La grinta di Seedorf e un obiettivo prima di smettere. La quinta Champions)
Seedorf vuole la quinta ChampionsNon è sazio. Non ancora. Il rossonero Clarence Seedorf, centrocampista olandese di grande quantità e qualità, classe 1976, dal 2002 al Milan (215 gare disputate e 34 gol realizzati), ha ancora voglia di successi e di trofei per arricchire la sua già importante bacheca personale. In particolare uno. Scopriamo quale.

Gli anni passano, e siamo quasi a 33. Ma Clarence Seedorf non ha voglia di appendere gli scarpini finchè non aggiunge in bacheca un altro trofeo, del quale è particolarmente ghiotto e che ha già gustato quattro volte. L'ambitissima Champions League. Sarebbe la quinta perla di una carriera fantastica che non potrebbe avere epilogo migliore. E, in un'intervista rilasciata in queste ore, il calciatore ci rivela il suo ultimo obiettivo prima di appendere gli scarpini al chiodo: "Dopo che avrò vinto la mia quinta Champions, smetterò di giocare - ha detto il calciatore milanista -. Magari giocherò un altro anno ma quello di vincere la quinta Champions è il mio sogno massimo, ancora presente nella mia testa. Mi piacerebbe conquistare un'altra finale ancora, un'altra coppa, un'altra Champions. A quel punto potrei guardarmi indietro e dire che è stato un grande viaggio e allora forse mi godrei solo l'ultima stagione e poi stop".
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Via Novellino, torna Camolese. A lui il compito di salvare il Toro.

(Camolese torna a guidar eil Toro. A lui compito di raggiungere la salvezza)
Era nell'aria la notizia, e alla fine è arrivata. Walter Novellino non è più il tecnico del Torino. La Società granata, rappresentata da Urbano Cairo, dopo aver tentennato, incerta se continuare a credere nel mister ex Sampdoria, oppure dare una scossa, ha optato per la seconda opzione, e si è affidata, per provare a raggiungere la salvezza, a Giancarlo Camolese, al ritorno sulla panchina del Toro (ha raggiunto una promozione in Serie A nel 2000 e centrò la qualificazione all'Intertoto la stagione successiva.

Il "nuovo vecchio" mister, che era alla guida del Livorno, ha ottenuto la rescissione dal club di Spinelli, ed ha potuto così accettare la proposta di Cairo, tornando a guidare l'amato Torino che versa in un momento di grande difficoltà. "Questa mattina abbiamo rescisso il contratto di Giancarlo Camolese -ha raccontato Spinelli- ho deciso di lasciarlo libero perché è un vero cuore granata. Abbiamo ricevuto una telefonata dal segretario generale del Torino che ci ha chiesto l?autorizzazione a lasciarlo libero, sarà libero dal 31 marzo, ora sta al Toro la prossima mossa. Sono certo che, quando Giancarlo si accomoderà sulla panchina del club piemontese, salverà la squadra e la tirerà fuori dalla situazione nella quale naviga. Così come ha fatto Roberto Donadoni che a Napoli sta facendo benissimo". Camolese sarà già in campo mercoledì, giorno in cui il Torino, dopo due giorni di pausa, ha fissato la ripresa degli allenamenti. E' curiosa la condizione che ha posto Camolese. Infatti, il mister ha chiesto un contratto fino al 30 giugno 2010, indipendentemente da quella che sarà la categoria nella quale giocherà il Toro l'anno prossimo. Quindi, anche nella serie cadetta, se i granata non riusciranno ad assicurarsi la permanenza in quella attuale.
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Curva intitolata a Giacomo Bulgarelli. A Bologna sarà lui il 12° uomo

Un omaggio alla memoria di un grande uomo di sport che ci ha lasciato nel febbraio scorso, e che si è portato dietro la professionalità e la simpatia che spesso manca in questo mondo. A Bologna, la curva dello stadio Dall'Ara, conosciuta come Andrea Costa (dal nome della via sulla quale si affaccia) sarà intitolata a Giacomo Bulgarelli, che da lassù sarà sicuramente felice del "regalo" tributatogli dal popolo rossoblu.

Ringraziamenti, al Comune, che si è impegnato, con grande sensibilità, per regalare questa gioia alla famiglia e alla società, in ricordo del grandissimo personaggio, che da calciatore ha portato il Bologna allo scudetto, e da opinionista ha attratto le simpatie unanimi di addetti ai lavori e non, è la presidentessa della società rossoblu, Francesca Menarini: "Ringrazio il Comune per la sensibilità dimostrata - ha detto la Menarini - e i tifosi che in pochi giorni hanno espresso i loro pareri. Era piaciuta a molti l'ipotesi di intitolare a Bulgarelli la Torre di Maratona ma alla fine abbiamo optato per la curva, che è il cuore del tifo: ci piace l'idea che il '12/o uomo' porti il suo nomè".
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Moratti si coccola lo svedese ma poi ammette: "Cento milioni per Ibra? Non mi dispiacerebbe"

(I malumori di Ibra preoccupano l'Inter)
Moratti è preoccupato per i malumori di Ibrahimovic












I tormenti di Ibra preoccupano di più delle speranze di rimonta della Juventus. La vittoria di domenica e la prova di forza dell'undici nerazzurro ha rafforzato la convinzione che lo scudetto sia sempre più vicino, ma in un clima di fiducia generale, a turbare Mourinho, ma soprattutto Moratti, sono i malumori del fuoriclasse svedese Zlatan ibrahimovic, mattatore contro la Reggina con due reti, delle quali una stupenda segnata con il "cucchiaio".

I malumori del fuoriclasse svedese sono facilmente intuibili, anche se non ne parla esplicitamente. Ibra vuole lottare per la Champions e non gli basta vincere il titolo in Italia. Il patron nerazzurro Moratti prova a coccolarlo, prova a rincuorarlo, ma la sensazione, rafforzata anche da alcune battute è che non si strapperebbe i capelli se la situazione prendesse una piega negativa. In un'intervista rilasciata nelle ultime ore, il numero uno del club milanese ha affermato, a proposito dell'argomento che, in questo momento, tiene banco in casa dell'Inter: "Non credo sia un problema economico, anzi, lo escludo, nonostante quello che ho sentito in tv. Né, credo, si tratta di problemi interpersonali, i rapporti con Mourinho e con la società sono buoni. Ieri (domenica) l’ho visto al termine della partita, mi sembrava simpatico. Allora, forse, ci sarà rimasto male per quello che ho detto dopo la sconfitta di Manche ster. Ma il mio non era un di­scorso personale, era gene rale. Figuriamoci se me la prendo con lui, uno che ri tengo abbia dato ancor di più alla maglia dell’Inter ri spetto al tanto che la società ha dato a lui. Non posso davvero dirgli nulla, non riesco ad immaginare un futuro senza di lui, è par te integrante del nostro tifo". Fin qui l'attestato di stima del Presidente per un giocatore che rappresenta un patrimonio importante per il club nerazzurro. Ma, in un calcio che ormai è diventato un business, è importante affrontare in tempo i malumori di un giocatore che sta creando, in questi giorni, qualche preoccupazione all'ambiente societario e che sta gettando qualche ombra sulla propria permanenza in nerazzurra. A tal proposito, quindi, parlando del suo bomber, le parole «incedibile» e «con tratto» (fra l’altro a diversi zeri, fino al 2013 a 12 milioni a stagione) che, naturalmente, avrebbero chiuso qualsiasi discorso relativo al futuro a Milano del giocatore, il buon Moratti non le nomina assolutamente. Anzi, a conclusione dell'intervista, arriva una battuta, con il sorriso, che lascia qualche perplessità, soprattutto alla luce della considerazione e della stima dimostrata poc'anzi. Il patron interista, infatti, afferma: "cento milioni per Ibra, non mi dispiacerebbe... ". Una battuta, sicuramente, che lascia il tempo che trova, ma che stona decisamente con le parole di prima e con l'affetto mostrato nei confronti del campione. 
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