Calcio, Serie A: Buffon non si tira indietro e lancia la sfida all'Inter: "Ci siamo rinforzati, il divario è ridotto"
Ci si attende molto dalla stagione della Juventus. E' il destino delle Grandi. Per una Signora squadra, costruita sempre per vincere, la stagione passata, l'ultima di Ranieri in panchina, è stata fallimentare, nonostante la conquista della Champions diretta, con il secondo posto raggiunto nella Serie A di Calcio. Ora, con Ciro Ferrara in panchina (protagonista nelle prime settimane di lavoro con le vittorie che hanno consentito alla Juve di entrare nell'Europa che conta dalla porta principale), e soprattutto con i colpi messi a segno dalla dirigenza bianconera (Cannavaro, Diego e Felipe Melo, ndr), si punta ad aprire un nuovo ciclo, di successi e soddisfazioni per i tifosi e l'ambiente bianconero. Sarà difficile, perchè l'Inter, nonostante l'addio di Ibra, ha acquistato ottimi giocatori e rimane lì, un passo avanti rispetto tutte le altre big della Serie A di Calcio. Lo sa anche uno dei grandi leader della Juventus, il portierone della Nazionale Gigi Buffon, il quale non si nasconde e anzi getta il guanto di sfida: "Ci siamo rinforzati, abbiamo preso grandi giocatori: Melo è in ascesa e Diego potrebbe diventare il nostro valore aggiunto, ma dovremo aiutarlo ad inserirsi".
Ma la distanza dall'Inter, il divario che si è evidenziato in questi ultimi anni, è ancora uguale? "Siamo più vicini, anche se loro hanno il grande vantaggio di giocare insieme da molto tempo. Eto'o non lo vedo inferiore a Ibra". Così Gigi, che poi aggiunge: "I nerazzurri erano già una macchina perfetta, almeno in Italia, e non avevano molti margini di miglioramento. Quelli li avevamo noi, il Milan, la Fiorentina e la Roma e in effetti noi ora siamo quelli che hanno fatto lo sforzo economico maggiore". Un altro pensiero, chiaro e preciso, investe lo scambio Eto'o-Ibra, avvenuto in questi giorni a Via Durini: "Sono entrambi due grandi giocatori, lo dicono i numeri. Avere un giocatore decisivo nelle partite che contano è importante, certo è che l`Inter dovrà cambiare, quasi snaturarsi rispetto al gioco praticato sin dai tempi di Mancini". Infine, a chiusura dell'intervista, una battuta sul futuro e anche un "sassolino" tolto dai suoi scarpini, che faceva male e andava levato: "Sono un ragazzo fortunato perché ho la possibilità di sentirmi amato: dopo dieci anni di Parma ad altissimo livello, ho la possibilità di passare quindici anni alla Juve. Se andasse veramente così sarei soddisfatto, perché se uno ha questa possibilità vuol dire non è un giocatore qualunque. Lo scorso anno mi ha dato fastidio una cosa: quando facevo una prestazione importante, ma commettevo una mezza sbavatura, subito si sottolineava l'aspetto negativo. Ora so che alla prima partita in cui riuscirò a fare due belle parate, si dirà che 'Buffon è rinato'. La verità invece è che Buffon è sempre Buffon. Non sono mai morto e non ho bisogno di rinascere". Gigi c'è, la Juventus pure, ne vedremo delle belle quest'anno...
Ma la distanza dall'Inter, il divario che si è evidenziato in questi ultimi anni, è ancora uguale? "Siamo più vicini, anche se loro hanno il grande vantaggio di giocare insieme da molto tempo. Eto'o non lo vedo inferiore a Ibra". Così Gigi, che poi aggiunge: "I nerazzurri erano già una macchina perfetta, almeno in Italia, e non avevano molti margini di miglioramento. Quelli li avevamo noi, il Milan, la Fiorentina e la Roma e in effetti noi ora siamo quelli che hanno fatto lo sforzo economico maggiore". Un altro pensiero, chiaro e preciso, investe lo scambio Eto'o-Ibra, avvenuto in questi giorni a Via Durini: "Sono entrambi due grandi giocatori, lo dicono i numeri. Avere un giocatore decisivo nelle partite che contano è importante, certo è che l`Inter dovrà cambiare, quasi snaturarsi rispetto al gioco praticato sin dai tempi di Mancini". Infine, a chiusura dell'intervista, una battuta sul futuro e anche un "sassolino" tolto dai suoi scarpini, che faceva male e andava levato: "Sono un ragazzo fortunato perché ho la possibilità di sentirmi amato: dopo dieci anni di Parma ad altissimo livello, ho la possibilità di passare quindici anni alla Juve. Se andasse veramente così sarei soddisfatto, perché se uno ha questa possibilità vuol dire non è un giocatore qualunque. Lo scorso anno mi ha dato fastidio una cosa: quando facevo una prestazione importante, ma commettevo una mezza sbavatura, subito si sottolineava l'aspetto negativo. Ora so che alla prima partita in cui riuscirò a fare due belle parate, si dirà che 'Buffon è rinato'. La verità invece è che Buffon è sempre Buffon. Non sono mai morto e non ho bisogno di rinascere". Gigi c'è, la Juventus pure, ne vedremo delle belle quest'anno...
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