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15 gennaio 2009

Il 20 gennaio è alle porte e Moggi infervora il clima lanciando accuse: "Inter più aiutata della mia Juve"

Ci siamo quasi. Tra cinque giorni si apriranno le porte del Tribunale di Napoli e prenderà avvio il Processo per Calciopoli. C'è ancora spazio per battute, frecciate, esclusivamente a Inter e Milan, e pensieri più o meno condivisibili. Tutto questo è Luciano Moggi, ascoltiamolo...

Ieri era a "Porta a Porta", la famosa trasmissione serale di Bruno vespa. Seduto su una delle comode poltroncine del salotto di Rai Uno, discuteva amabilmente con gli altri ospiti e diceva la sua sulla vicenda che, naturalmente, s'infiamma sempre più, a pochi giorni dal procedimento penale campano. Presenti Cucci e Galeazzi, il direttrore di Radio Uno Caprarica, Gazzoni Frascara, ex patron del Bologna, ora proprietà della presidentessa Menarini e gli avvocati di "Big" Luciano, seduti invece tra i comuni mortali, nella tribunetta colma di spettatori. Ieri era da Vespa, oggi chissà dove, ma ovunque sia, Moggi non risparmia delle micidiali "stoccate" all'Inter: "Se c'era il complotto prima, c'è anche adesso ma io non credo ci sia stato nè allora nè oggi - ha detto l'ex dg della Juve - A noi non hanno mai dato un gol come quello contro il Siena con cinque in fuorigioco". Arbitri in malafede? "Non ci sono arbitri comprati, ma sentono il fascino delle squadre più importanti". Ma sentire il fascino delle squadre più importanti e cambiare il corso di una gara in virtù di decisioni non chiare, cosa ha di diverso dall'essere in malafede? C'è senza dubbio una differenza, secondo l'interpretazione di Moggi, ma quale è? Pensateci...intanto l'Inter non è stata l'unica società colpita, ed infatti Moggi ha proseguito, indirizzando parole di fuoco anche al Milan: "Non ci sono arbitri comprati, ma sentono il fascino delle squadre più importanti. E' sufficiente che ci sia un consigliere federale all'interno delle squadre e loro hanno un occhio di riguardo. Nel Milan c'è, nell'Inter c'è. Sì, capitava anche alla Juventus, sarebbe stupido negarlo, ma la Juventus queste cose non le cercava. Esisteva però l'aggravante della Juve: che vinceva troppo. Per dieci anni abbiamo vinto tutto, e abbiamo vinto tutto avendo mezzi finanziari limitati. Quei due scudetti andrebbero restituiti alla Juve e se tornassi indietro non mi dimetterei. La Juve non ha difeso nè me nè la Juve stessa". Quindi, anche la "Vecchia Signora" godeva di favori, per la presenza di consiglieri all'interno della Federazione, però non li andava a cercare. Ecco quale è la differenza!!! E soprattutto, la società bianconera ha avuto il torto di vincere troppo, per questo è stata punita. Scatenato, senza peli sulla lingua, pronto a tutto per difendere la "sua" Juventus e per far emergere la verità. Pronto anche ad una considerazione sullo scudetto perso dalla Roma, che si trasforma in un'altra accusa alla società di Moratti: "La Roma non ha vinto il campionato perché l'Inter è stata portata a vincere l'ultima partita con il Parma, anche se era in svantaggio fino alla fine - ha proseguito Moggi - La Roma ha combattuto contro queste cose e lo ha fatto fino all'ultima partita. Non sono solo io a dirlo, lo ha detto alcuni giorni fa anche la vedova Sensi". Infine, la domanda più importante, rivolta all'ex dirigente bianconero: era lui o non era lui a manovrare gli arbitri e le designazioni? Moggi risponde con un secco "no" e chiude con l'ennesima accusa: "Io non facevo le griglie degli arbitri - ha aggiunto - Era un gioco. Io volevo protezione per la Juve: la mia era una difesa e non un'offesa. Ma quello che succede oggi tra Milan e Inter è peggio di quello che succedeva nel passato".

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