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27 gennaio 2009

Mourinho convoca "Super Mario", lui risponde con un secco "No". Il caso Balotelli continua a tormentare l'Inter

                  Mario Balotelli autore del grande No

Il club nerazzurro ha giustificato l'ennesima assenza di MARIO BALOTELLI dalla lista dei convocati, diramata nel pomeriggio da Josè Mourinho, adducendo "motivi disciplinari", ma in realtà un altro gustoso retroscena arricchisce la vicenda, ormai diventata una vera e propria soap opera, riguardante il giovane attaccante di colore. Infatti, sembra che Mourinho fosse intenzionato a reintegrarlo in squadra per la trasferta di Catania, dopo l'esclusione 'per scelta tecnica' decisa in occasione del match disputato al Meazza, la domenica appena trascorsa, contro la Sampdoria. Sarebbe stato lo stesso Balotelli, clamorosamente, a rifiutare la convocazione per l'insidioso match infrasettimanale in terra etnea. Siamo, dunque, di fronte all'ulteriore atto di uno strappo, ormai insanabile, tra il calciatore e il suo mister. Secondo le fonti a nostra disposizione, il "ribelle" avrebbe, una volta appresa la notizia della convocazione, espresso con fermezza il proprio "niet" e si sarebbe allontanato dalla Pinetina, per tornarsene a casa. Successivamente, la società ha chiuso questo episodio con la giustificazione, riportata in precedenza, dei motivi disciplinari. Troppe giustificazioni, troppe chiacchiere, ormai è chiara la volontà dell'attaccante di andare a giocare altrove e soprattutto lontano da un tecnico con il quale non riesce ad instaurare un qualsiasi tipo di rapporto. E, per il bene dell'Inter, e del calciatore è ora che si giunga ad una soluzione. Ma, da Appiano Gentile, rimbalzano sempre le solite voci. Infatti, dopo aver chiuso l'ennesima bizza del giovane attaccante con i motivi sopraindicati, la società interista ha, ancora una volta, escluso la sua cessione: "L'unica cosa che posso dire a nome della società è che Mario è un giocatore dell'Inter e rimarrà all'Inter, non è sul mercato", ha detto BEPPE BARESI nella conferenza stampa che precede, come al solito, la gara di campionato. Ma, allora, è giusto forzare un calciatore a rimanere, scontento, e utilizzato praticamente col contagocce o è meglio cederlo in prestito, farlo maturare, e riaverlo migliore per la prossima stagione?

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